DI MARIO PIAZZA
Questa “Controffensiva di Primavera” che non solo caccerà l’invasore fuori dal Dombass ma che addirittura riconquisterà quella Crimea che 9 anni fa ha scelto di diventare russa con un referendum popolare (ovviamente bollato come taroccato), sta diventando un caso cinematografico.
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Sarà il bene che trionfa sul male come nei western hollywoodiani degli anni 60, la volontà di Dio incisa nella pietra come nei Dieci Comandamenti, la sospirata salvezza dei superstiti come nel Poseidon e nell’Inferno di Cristallo, la distruzione delle astronavi aliene di Independence Day, l’assunzione al cielo del redentore di bianco vestito come in Jesus Christ Superstar.
Di chi creperà nel fango, russo o ucraino, sembra non importare una mazza a nessuno. Ancora una volta la retorica e l’epica cancellano strombazzando le vittime innocenti, come hanno fatto coi pellerossa e con chi negli incendi, nei naufragi e negli attacchi alieni ha trovato la morte.
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A me viene in mente un altro film, italianissimo. Mi viene in mente quella frase che Sergio Leone fa dire a Gian Maria Volonté nei panni del cattivo Ramon: “Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto”.
Non importa quante armi invieremo all’Ucraina, il fucile ce l’ha la Russia e si chiama bomba atomica, e quando le pallottole del fucile cominceranno a fischiare noi non saremo al sicuro ad osservare la scena dalla porta del saloon, saremo nel bel mezzo della linea di tiro.
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Alla fine il pistolero buono Joe (Clint Eastwood) uccide il cattivo Ramon con la sola pistola senza che nessun altro si faccia male , ma disgraziatamente si tratta soltanto di un film.