QUANDO INCONTRAI PAJETTA, LA POLITICA SBAGLIA LE ADDIZIONI

DI LIDANO GRASSUCCI

 

La politica non la incontri per strada, non la calcoli dopo che hai scoperto il teorema di Pitagora, o hai dubbi sul phi greco. La politica non è far carriera è dentro, non è amministrazione, morale, dividere i belli dai brutti, i cattivi dai buoni è passione, è come un amore che ami e riami, che sfuggi ma torna che non puoi evitare. Un delirio che capiscono solo gli innamorati e che nasce con questo delirio che è la politica.

Ero giovane, ma già folle di questa roba: conoscevo il manifesto del partito comunista a mena dito, mi addentravo dentro il Capitale a capire di plus valore… insomma un mostro. Sapevo la differenza tra menscevichi e bolscevichi e conoscevo che il riformista non è chi cambia l’esistente ma chi lo prepara al futuro del sole che deve venire.

Andai con un gruppo di amici, seppur ero socialista, al festival de L’Unità a Milano. Per noi una gita e la possibilità di vedere il mondo lontano dal nostro piccolo mondo.

Poi, un poco provinciali, pensavamo che essere uomini era bere vino, fumare come vedevamo fare. Naturalmente tutto esageratamente. Sai come quelli che pensano che per essere come Charles Bukowski basta bere come lui, omettendo il talento.

Quindi ebri della nostra ingenuità, il festival era alla Fiera di Milano, camminavamo non certo in linea retta quando ci appare il compagno Gian Carlo Pajetta ritto come un fuso. Metteva… come se intorno a lui ci fosse anche il rispetto dell’aria.

Lui era quello che quando morto Berlinguer a rendere omaggio alla salma arrivò a Botteghe Oscure Giorgio Almirante tra lo stupore generale, lo andò a prendere e ad accompagnare. A lui certo nessuno poteva avere dubbi di rigore antifascista.

Veniva verso di noi il compagno Pajetta che, vedendoci ingenui e un poco stupidi, si fermo con aria tra il paterno affetto e il paterno rigore: giovani compagni ma se ora scoppiasse la rivoluzione voi cosa fareste, i coglioni.

Fermi, non volava una mosca, la sborni svanì nel nulla. Capimmo che non è il vino che fa gli uomini, non sono le medaglie, non è il ruolo, è essere presenti a se stessi. Vedevamo una via alcolica al socialismo, scoprimmo la via rigorosa a vivere.

Ecco cosa è la politica aver avuto lezione da chi aveva lezioni da dare sul valore di stare al mondo ma non per noi stessi ma per gli altri.

La politica è generosa o non è.

 

Articolo di Lidano Grassucci da:

8 Maggio 2023