DI ALFREDO FACCHINI
Sfogliando i giornali di stamattina si apprende che la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha trovato il nome giusto per la presidenza dell’Enit, l’Ente nazionale per il turismo italiano: un certo, Flavio Briatore. Lui ci sta pensando.
Anche la Meloni e Salvini lo vogliono incoronare ambasciatore del made in Italy. Chi meglio di lui?
Lo sanno tutti, ma è bene ricordarlo: Santanché e Briatore sono amici d’affari di vecchia data. Fino alla nascita del governo Meloni, i due erano soci del Twiga, lo stabilimento vipparolo di Forte dei Marmi. Poi lei ha venduto le sue quote al compagno e ovviamente a Briatore. La solita mandrakata.
Sbirciando i quotidiani di oggi si scova un’altra notiziola: sempre all’Enit è stata assunta a tempo indeterminato la figlia di “mamma” Roccella, la ministra della famiglia.
Ma guarda un po’.
Naturalmente, i giovani che devono sputare sangue per trovare un lavoro sono sempre i figli degli altri. Vero?
Prima gli italiani?
No. A famigghia prima di tutto.