AMENA UMANITA’

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

A rendere il mondo un posto parecchio peggiore ci sono quelli che accusano di sciacallaggio chi, come me, denuncia la mancanza di una coscienza ambientale che permetta di mettere in sicurezza persone e territori, cianciando che questo non è il momento delle polemiche ma bisogna essere tutti uniti, rimboccarsi le maniche, e ricostruire.
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La solita storia: è colpa del termometro, non della febbre.
Certo che serve il massimo impegno di tutti, ma serve anche denunciare più forte. E serve farlo proprio adesso, che forse certe cose le capiscono anche quelli forgiati nel crognolo più duro.
Altrimenti ditemi, vostre grazie eccellentissime: quale sarebbe il momento giusto per le polemiche?
Orsù e ordunque, orate: quando è che le vostre magnificenti figure potrebbero trovarsi nella disposizione giusta per ascoltarci e magari mettere finalmente in pratica quello che serve? Tipo rinforzare e pulire gli argini, prevedere vasche di raccolta, riscrivere i piani urbanistici nell’ottica della conformazione del territorio e non “a fava” per compiacere clientele cementificatrici, assecondare gli interessi elettorali dei partiti e magari speculare pure sulle ricostruzioni, come si è sempre fatto?
Quando pensate che potrebbe avvenire lo ‘switch-on’ che attivi la vostra presa di coscienza del problema, tanto per dimostrare che i termini un po’ alla cacchio li conosco anch’io?
Ve lo dico io: mai.
Certo che siete forti, non c’è dubbio.
In tempi di “normalità” il problema non lo considerate nemmeno, ve ne sbattete allegramente le palle, accusate gli altri di catastrofismo, le regioni non spendono una lira per gli interventi che servirebbero, qualcuno addirittura restituisce gli stanziamenti a disposizione, mentre a livello nazionale si valuta di non prendere i soldi del PNNR perché non sapremmo dove e come spenderli, e poi, quando si rovesciano le cataratte del cielo, cadete tutti dal pero, balbettate che è un fatto eccezionale, imprevedibile, che in poche ore è caduta l’acqua di mesi… la solita litania di un copia e incolla sentito mille volte.
L’ho già detto, se non ci fossero eventi eccezionali basterebbe aprire l’ombrello, non servirebbe nemmeno la Protezione Civile.
E invece ci sono, succedono, e tutte le volte si scopre che forse, almeno in parte, quel disastro si poteva evitare. E’ un po’ come quando avvengono violenze e omicidi all’interno di famiglie apparentemente “normali” e poi viene fuori che tutto il paese sapeva, e che in molti casi erano state fatte denunce ma nessuno se l’era filate di striscio.
Qui è uguale: tutti sanno, qualcuno denuncia, e nessuno interviene.
Ma contare solo sulla buona sorte, sulla statistica rassicurante delle ore di pioggia diluite nel tempo, o sul fatto che il cerino si spegnerà nelle mani di qualcun altro è un modo di amministrare che nemmeno all’asilo.
Le mie sono solo chiacchiere inutili di teoria volatile, lo so bene, perché poi guardi in faccia quelli che governano, TUTTI, e capisci che la colpa è sempre e solo la nostra che ce li abbiamo messi.
E’ chiaro che non parlo solo degli eventi più recenti in Emilia Romagna, ma di un problema culturale di educazione al territorio che riguarda tutta, o giù di lì, la classe politica. Da sempre.
E poi ci sono anche quelli come La Russa che invitano i giovani a spalare il fango invece di rompere i coglioni con le proteste. Perfino il bravo giornalista Mentana si è accodato a cotanto invito chiedendo a quelli di Ultima Generazione di andare a rendersi utili invece di imbrattare muri e di presenziare in tv. Che poi, Mentana che rimprovera agli altri di stare troppo in tv fa sbellicare anziché no.
E glielo chiedono infastiditi, con un certo, immotivato, livore, come se quei ragazzi avessero delle responsabilità in tutto questo disastro, ma obiettare che sono i soli a non averne, di colpe, mi pare perfino banale.
Il punto infatti è un altro: i giovani, cari La Russa e Mentana, ci sono andati ad aiutare, come hanno sempre fatto di fronte ad eventi del genere. Sono i politici e i giornalisti che fanno tanto gli splendidi che non ci vanno: non si è mai visto nessuno, in fila per farsi assegnare una pala.
Eppure loro sì che le colpe ce l’avrebbero davvero: i politici per non aver mai affrontato il problema, e i giornalisti per non averlo denunciato e non aver dato la voce che meritano a ecologisti, scienziati, studiosi del clima, e in generale a chi certe denunce le fa da decenni, motivandole con fatti e dati difficilmente contestabili ma che evidentemente si preferisce ignorare, tanto poi quando smette di piovere passa tutto nel dimenticatoio e chissenefrega.
Perciò potreste dare una prova tangibile della vostra buona volontà facendo seguire i fatti ai proclami.
Siete ancora in tempo, visto che ci sarà da lavorare per parecchio.
Vi aspettano, vedrete che due pale si trovano.
Che poi, una maratona fatta da lì avrebbe un successone.