DI GIOACCHINO MUSUMECI
A Otto e Mezzo Marco Travaglio sottolinea che sull’argomento Rai il governo sfortunatamente può approfittare della legge Gasparri, poi rivista e corrotta da Renzi, per cui il governo ha potere di vita e di morte sulla Tv pubblica, un ambito che in un ordinamento democratico autentico la politica non dovrebbe sfiorare per non curvare l’informazione ai suoi voleri.
Travaglio fa notare che il governo Renzi lottizzò completamente le tre reti e si trattò quindi di una “renzizzazione”, Draghi fece altrettanto operando una “draghizzazione”, la Meloni non ha ancora fatto tabula rasa e ha lasciato un minimo spazio all’opposizione, perciò dal punto di vista del direttore del Fatto non si tratta di “melonizzazione” pur col beneficio del dubbio perché il governo s’è appena impossessato della RAI.
Per quanto mi riguarda ogni dubbio s’è dissipato alla lettura del post di Elio Vito, il quale ha giustamente denunciato che la Meloni “ha ordinato” che Rai News 24 trasmettesse in diretta il comizio di chiusura della campagna elettorale di FDI. Un fatto di gravità inaudita su cui non mi pare si sollevino particolari accezioni da parte di quelle opposizioni che hanno traccheggiato il proprio numero di poltrone in Rai.
Ma che l’ombra di un nuovo istituto luce si allunghi sull’informazione mi pare evidentissimo.
Ora mentre qualcuno sottolinea che la Meloni sta banalmente applicando la legge, al netto del fatto che il comizio trasmesso in diretta contravviene spudoratamente a qualsiasi regola di par condicio, siamo davanti a due piani di ipocrisia sovrapposti: il primo è quello del Pd che lamenta le iniziative di FDI non avendo fatto nulla per cambiare la legge Gasparri che anzi Renzi a suo tempo peggiorò trasferendo il potere delle nomine Rai dal parlamento al Governo.
La seconda ipocrisia è additare esclusivamente il Pd perché chi è venuto dopo ha solo approfittato della legge senza mai cambiarla e oggi si astiene dall’esprimersi in Cda Rai. Il tutto perché il controllo dei media è il primo strumento di propaganda diretta e indiretta di cui la politica si serve a spese dei legittimi titolari, cioè i cittadini.
Altrettanto singolare è sostenere che non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Se è vero che la legge e la lottizzazione sono le stesse dai tempi di Berlusconi, per la prima volta i media sono appannaggio dell’estrema Dx trasudante disvalori protofascisti.
E questa Dx può approfittare di storture tipicamente italiane: cioè una legge che offre il controllo totale dei canali pubblici e un alleato ex premier proprietario di emittenti televisive e giornali che amplificheranno la propaganda del governo di cui è parte.
Perciò non c’è nulla come prima, è tutto peggiorato.
C’è solo che non esiste argine alla deriva meloniana facilitata dall’idea che è tutta colpa del Pd e della Sx, idea su cui la Meloni ha costruito il successo grazie a elettori che si dichiarano di Sx ma si odiano reciprocamente. E mi riferisco della faida eterna su cui si crogiolano Meloni, Salvini, Berlusconi, Renzi e Calenda, quella tra Piddini e Grillini, faida a cui non parteciperò MAI.