DI MARIO PIAZZA
Meglio sarebbe se il titolo fosse soltanto un passato remoto, e invece è anche il nome del pomposo e supponente ideologo della Lega. Di solito vederlo e cambiare canale è un tutt’uno ma ieri la lontananza dal telecomando mi ha consentito di ascoltare una sua frase che considero illuminante: “Nessuno vota un partito che non fa i suoi interessi!”.
L’interesse personale prima delle idee, degli ideali e delle ideologie. La fine della Sinistra sta tutta lì, e chi ancora come me non la pensa così andrebbe circoscritto in una riserva indiana dove vivere pacificamente i giorni che gli restano tra i propri simili.
Questa considerazione ne fa nascere un’altra, perché è proprio cercando quel consenso fatto di interesse personale e non di ideologie che la sinistra storica e popolare si è spostata verso il centro lasciando alla destra lo spazio necessario per camuffarsi da “destra sociale” e ottenere il consenso delle fasce più deboli della società.
Camuffarsi ho scritto, perché come avrebbe potuto un’area politica nata apposta per difendere gli interessi della classe dominante, dei nati ricchi, degli imprenditori borderline, degli evasori e dei prepotenti ottenere il consenso di chi da questa gente è sfruttata?
La risposta la vediamo ormai da anni su tutti i mezzi di informazione.
Non potendo far coincidere gli interessi dei dominatori con quelli dei dominati occorreva inventarne di finti da rifilare ai secondi dopo averli privati dei mezzi necessari per giudicare serenamente.
Baggianate come l’invasione degli extracomunitari, le sostituzioni etniche, la difesa della famiglia, dell’eterosessualità, della lingua, del campanile e se volete pure della pizza margherita a questo servono…
A prendere per il sedere quei fessacchiotti che pur essendo poveri votano a destra.