DI MARIO PIAZZA
La beatificazione di Don Silvio officiata ieri al Senato dalle destre con Renzi a fare da chierichetto conferma quanto già sapevo da tempo:
nessuna menzogna è abbastanza grande da non poter essere detta.
Basta usare gli strumenti giusti e ognuno di noi è pronto a credere a qualsiasi cosa. O perché in fondo di quella cosa non ci importa una beata minchia e ad abbandonare la serena lettura superficiale che ci viene imposta non ci pensiamo affatto, oppure perché senza neppure rendercene conto desideravamo che quella cosa fosse vera ancor prima che accadesse.
Vale per tutto.
Come quelle mogli che per anni non si accorgono che il marito ha una doppia vita neppure pretendiamo che le panzane che ci vengono rifilate siano ben confezionate.
La speciale ferocia dei russi, le auto elettriche, la sostituzione etnica, il diritto a difendersi di Israele, le devianze LGBTQ, la madonna di Trevignano, il mercato che si autoregola, la pericolosità della cannabis, i black friday, la purezza dello sport e chi più ne ha più ne metta.
Proporrei di modificare l’articolo 1 della Costituzione come segue:
“L’Italia è una repubblica democratica fondata sulla menzogna”.