DIETROFRONT WAGNER: LA STRANA RIVOLTA DI PRIGOZHIN E IL RAPIDO CONTRORDINE. E ORA?

DI ANDREA ZHOK

REDAZIONE

 

 

Dopo una giornata convulsa in cui la Russia è sembrata precipitare nella guerra civile,  Prigozhin ferma la ‘marcia della giustizia’ dei suoi mercenari della Wagner a 200 km da Mosca. I misteri di questo strano ‘putch’ restano aperti, e tutti ancora da investigare.

Dietrofront Wagner: la strana rivolta di Prigozhin

I dettagli dell’accordo mediato dal presidente bielorusso Lukashenko tra Prigozhin e il governo russo non sono ancora del tutto chiari. Da quel che è trapelato finora sembrerebbe che Prigozhin possa trasferirsi in Bielorussia e che possa farlo senza un capo di imputazione pendente.

Quanto alla compagnia Wagner, si dice che abbiano partecipato al tentativo di colpo di stato 8.000 dei suoi effettivi e che per gli altri ci sia la disponibilità del governo russo a fornirgli un contratto equivalente a quello che avevano ma con il ministero della Difesa.

Non è chiaro quanti firmeranno (finora hanno già firmato tre comandanti, che si porteranno dietro i relativi battaglioni). Se il passaggio sotto il comando della Difesa russa fosse corposo si può dire che la compagnia Wagner è di fatto sciolta.

Rimane davvero oscuro cosa abbia mosso Prigozhin ad una mossa del genere, il cui esito è stato proprio quello di arrivare al punto che, apertis verbis, egli voleva evitare, cioè lo scioglimento della compagnia e il suo assorbimento nell’esercito russo.

Se avesse ottenuto la sostituzione del ministro della difesa Shoigu – come alcuni paventano – questo sarebbe stato, per così dire, un modo per “salvare l’onore” di un’operazione comunque incredibile nella sua insensatezza.

Se dalla Bielorussia Prigozhin dovesse scappare rifugiandosi in qualche paese remoto, ed estraneo all’area d’influenza russa, rimarrebbe in campo l’ipotesi che l’uomo sia stato “persuaso” con adeguati incentivi economici da qualche servizio segreto occidentale, e che appena incassato abbia richiamato il tutto per andarsi a godere i frutti della sua transazione.

Anche così, questo scenario sarebbe comprensibile soltanto a fronte della percezione di essere già in pericolo in Russia (che fosse “attenzionato” dai servizi russi come personaggio scomodo è certo).

Ad ogni modo in mezza giornata di scaramucce la compagnia Wagner ha inflitto un danno all’aeronautica russa doppio rispetto alla peggiore giornata durante il conflitto in Ucraina, il che forse dice qualcosa sul rapporto di efficienza tecnologica tra le dotazioni russe e quelle ucraine (occidentali).

Il fatto che siano stati uccisi 15 soldati russi – oltre alla distruzione delle armi – rende comunque impossibile che questa vicenda finisca a tarallucci e vino. Per chi non si subordini al comando militare della difesa è prevedibile che si prospetti nel medio periodo una resa dei conti, non necessariamente per regolare via giudiziaria.

 

Articolo di Andrea Zhok, dalla redazione di

25 Giugno 2023