DI BARBARA LEZZI
Probabilmente molti di voi non conoscono quest’uomo. Si chiama Mario Bertolissi, è un costituzionalista veneto che tratta con lo Stato l’accordo per l’autonomia del Veneto.
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Da Confindustria all’Ufficio parlamentare di Bilancio passando anche per Bankitalia arrivano allert circa la sostenibilità di quanto richiesto dal Veneto e Lombardia.
Queste Istituzioni e le associazioni di categoria sono certe, dati e conti alla mano, che l’autonomia differenziata, così come disegnata da Calderoli, darà vantaggi alle regioni del nord a scapito di quelle del centro e del sud che avranno ulteriori difficoltà a garantire i servizi, già scadenti peraltro, ai cittadini.
Mario Bertolissi, però, non si lascia scoraggiare e aggiunge un carico non da poco.
In commissione Affari Costituzionali, dove è stato audito, ha detto: “E’ privo di fondamento ritenere che tutte le Regioni pretendano e ottengano tutto perché l’autonomia cammina sulle gambe degli autonomisti e, o si è culturalmente autonomisti o non lo si è”.
Ah ecco!
Questo significa che il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna potranno ottenere l’autonomia solo perché alle altre, di fatto, non sarà concessa.
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La spennellata sulla cultura autonomista non basta a cancellare il legittimo sospetto che questo disegno di legge sia un altro Porcellum. D’altronde, l’autore sarebbe lo stesso della “porcata” (lui stesso la definì in questo modo) sulla legge elettorale. In qualsiasi altro Paese, un ministro con tale reputazione, sarebbe a raccogliere margherite al parco.
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A questo punto vi suggerisco di riflettere quando ascoltate anche i rampanti ministri del sud modello Fitto quando vi dicono che l’autonomia servirà a responsabilizzare gli amministratori meridionali perché quest’affermazione si basa su una falsità, l’ennesima.