DI ALFREDO FACCHINI
<<Tra 20 anni non troveremo più falegnami e muratori perché questi preferiscono mandare i loro figli a scuola e all’università>>.
Parola di Flavio Briatore.
Insomma, per il ghost writer di Crozza il popolino bue deve restare ignorante a vita per servir lor signori.
A meno che, dal nulla, uno inizi a trescare con la malavita come ha fatto lui negli anni 80, quando è finito in affari loschi legati a un giro di bische clandestine e gioco d’azzardo.
Flavio il biscazziere viene condannato in primo grado nel processo “Bisca connection” sia a Bergamo che a Milano. Fugge a Saint Thomas, nelle Isole Vergini, per scampare ai mandati di cattura per associazione a delinquere finalizzata alla truffa.
Torna in Italia solo alcuni anni dopo, grazie a un’amnistia che cancella le condanne. E visto che l’Italia è un paese unico da quel momento inizia la sua ascesa.
Fino alle cronache dei giorni nostri, dove Briatore diventa il “maître à penser” di quelli che magnano la pizza al pata negra.
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Ma alla fine: che lavoro farà il figlio di Briatore?