RICCHI E POVERI

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

In Italia lo stipendio dei primi 10 super manager Italiani è, ad occhio e croce, 649 volte lo stipendio medio di un operaio. Dieci anni fa era di 416 volte.

Guida la classifica, Carlos Tavares, ceo di Stellantis, con 19,15 milioni di euro.
Qualcuno dirà: ciascuno ha lo stipendio che si merita.
Ma in Paese con i salari più bassi in Europa e con un’un’inflazione mai così alta dal 1988 è una vera e propria oscenità.
Gli stipendi, lo ricordiamo, di quelli che non fanno i top manager, negli ultimi 30 anni sono rimasti bloccati al palo. Mentre in Germania e Francia l’aumento è stato superiore al 30 per cento.
Secondo i dati Istat più aggiornati, sono oltre 23 milioni gli occupati in Italia, di cui 18 milioni dipendenti e 5 milioni autonomi. Tra gli occupati dipendenti, 15 milioni hanno un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, mentre poco più di 3 milioni a tempo determinato, con salari quasi sempre da fame.
Non solo questi lavori sono mal pagati, ma sono troppo spesso anche insicuri, non protetti.
Attenzione: per l’Istat viene considerato “occupato” chi nella settimana in cui sono stati raccolti i dati dice di aver svolto almeno un’ora di lavoro retribuita.
Per dire: lavori con un voucher nella settimana in cui l’Istat svolge le rilevazioni e automaticamente sei classificato come un occupato. Ma è una prestazione occasionale? Fa niente. Per l’Istat non sei un disoccupato.
Mentre nella vita reale sei, con buona probabilità, un lavoratore povero.
E con questi chiari luna, è una condanna.