I CITTADINI NON SONO FESSI

DI BARBARA LEZZI

BARBARA LEZZI

 

I cittadini non son fessi.

È tornato in auge il dibattito sul finanziamento pubblico ai partiti.
Il primo aspetto da considerare è quello che nella commissione parlamentare affari costituzionali, i partiti stanno discutendo su come darsi più soldi.
Non mi sorprende affatto che la proposta venga dal PD che, insieme a Forza Italia, tra i primi atti del governo Letta, approvò il famigerato 2 per mille ai partiti tradendo la scelta dei cittadini che avevano, attraverso un referendum, deciso che i partiti non dovessero ricevere alcun sostegno pubblico.
Ora, alcuni cittadini, possono scegliere di togliere a tutti una quota delle loro tasse, che sono pagate per garantire i servizi, per finanziare il proprio partito. È una palese violazione della volontà popolare.
Non spertichiamoci in supercazzole e ammettiamo la realtà. Chi non firma per optare per il 2 per mille, lascia la propria quota a disposizione della collettività e del funzionamento statale (ragion per cui esistono le tasse) subendo le decisioni altrui. Il PD propone di destinare anche le quote di chi non firma ai partiti. Come si fa per l’8 per mille. E bravo il PD, mica scemo!
Alcuni esponenti di centro e di destra stanno elaborando un ritorno al finanziamento pubblico stile quello di trent’anni fa.
Insomma, complice il taglio dei parlamentari, serve fare cassa per sistemare qualche amico e la politica non si tira indietro nel garantire se stessa e zitta zitta lavora per questo.
Detto questo, e non sono in contraddizione, ammetto anche che qualcuno possa cambiare idea ma si deve agire con rispetto.
L’unica soluzione onorevole a questa situazione è tornare a fare votare i cittadini perché solo loro possono decidere di cambiare idea su quanto avevano votato.
Solo i cittadini hanno la prerogativa di smentire loro stessi.
Solo i cittadini possono legittimare quest’ennesima giravolta perché sono stati loro direttamente ad indicare la rotta verso una politica che non succhi altre risorse al bilancio dello Stato sempre in affanno e che nega già troppi diritti anche ai più fragili. Per me, al di là della cifra, è una questione di opportunità.
Non ci si nasconda dietro l’esperienza, la competenza e la maturità che oggi farebbero scegliere diversamente alcuni esponenti politici, i cittadini non son fessi e possono ben comprendere tutte le ragioni e decidere scientemente se tornare indietro sulla scelta di non finanziare i partiti oppure lasciare tutto così com’è.
Come fu per il 2 per mille e com’è stato per l’acqua pubblica, una decisione senza consultare il popolo, sarebbe un atto di prepotenza, supponenza e arroganza.