DI MARIO PIAZZA
Sembra di assistere a un esperimento sociologico.
Con cadenza quotidiana il governo lascia cadere nel vaso qualche goccia per dimostrare che a dispetto delle leggi fisiche esso non potrà mai traboccare.
Le due gocce di ieri portano i nomi di Daniela Santanchè e di Roberto Saviano.
Alla prima una maggioranza senza vergogna ha rinnovato la fiducia certificando ciò che già sapevamo: l’esenzione da qualsiasi forma di moralità, etica e correttezza per chi oggi comanda. Soltanto a parlarne mi sento sporco pure io, mi viene voglia di saltare nella doccia per scartavetrarmi tutto il corpo nel tentativo di ripulirmi dai loro schizzi. Tentativo inutile, meglio passare alla seconda goccia.
Io penso che Saviano non sappia né scrivere né parlare efficacemente, ma guai se ciò che scrive e dice non venisse scritto o detto. Ieri un bellimbusto senza arte né parte ha strozzato la sua voce nella migliore delle ipotesi per vendicarsi di un vecchio alterco via social, nella peggiore per mantenere le promesse fatte proprio ai nemici giurati di Saviano. Quelli che vorrebbero ucciderlo e scioglierlo nell’acido, quelli che come malamente ma giustamente ha detto don Ciotti saranno i primi a scorrazzare sul fantomatico ponte.
Stiamo a vedere.
Forse il vaso traboccherà solo quando (Marx docet) da perdere avremo soltanto le nostre catene, nel frattempo stiamo perdendo ogni dignità ma la cosa sembra non disturbare nessuno per più di qualche minuto.