DI MARIO PIAZZA
E’ fatale che in ogni famiglia ci sia almeno un componente di cui tutti gli altri farebbero volentieri a meno perché troppo stupido, o troppo antipatico, o troppo qualsiasi cosa che possa irritare o mettere in difficoltà tutti gli altri.
Nella famiglia del Partito Democratico c’è Piero Fassino, fattosi notare dalla fine degli anni 80 come il più volenteroso dei becchini accorsi in aiuto di Achille Occhetto per seppellire il Partito Comunista Italiano.
Fassino chi?
Una domanda a cui quei pochi che per qualche incomprensibile motivo ne ricordano l’esistenza in vita fino a ieri avrebbero risposto quello del “abbiamo una banca”.
Problema risolto.
Da ieri quella ignominiosa intercettazione sulla faccenda Unipol può essere archiviata per lasciare spazio a ciò che sarebbe stato impossibile immaginare, perchè neppure il più stolido dei difensori della casta, neppure il più reazionario dei riccastri della estrema destra, neppure il più impavido mentitore di Montecitorio e nemmeno la famosa regina francese delle brioches avrebbero avuto il coraggio di sventolare la prova stessa della propria menzogna nel giorno in cui per decreto governativo qualche milione di italiani viene messo letteralmente col cuIo per terra.
Ecco, quello stesso cuIo occorre averlo in faccia se da circa 30 anni si riceve mensilmente dallo stato un bonifico superiore ai 13.000 Euro senza contare una valanga di benefici aggiuntivi e ci si sporge dal proprio scranno dorato per lamentare una immaginaria mistificata retribuzione di “soltanto” 4.718 Euro mensili.
Non so se commisurati alle sue capacità i 13.000 Euro siano uno stipendio d’oro, non c’è però alcun dubbio che la figura sia di cacca.