DA REDAZIONE
Niger espelle prima l’ambasciatore di Francia, poi, notizia data e poi smentita, quelli di Germania e Stati Uniti. Dura e immediata replica di Parigi, secondo cui i militari non hanno l’autorità di espellere il diplomatico. I militari hanno dato 48 ore di tempo al diplomatico per lasciare il Paese.
Nei giorni scorsi la sede dell’ambasciata francese era stata bersaglio di manifestazioni ostili. L’Italia, non citata, ha circa 250 militari ancora in Niger.
Braccio di ferro Niger-Francia e Paesi occidentali
Braccio di ferro politico e diplomatico tra il Niger, teatro di un golpe recente, e i Paesi occidentali: la giunta militare al potere nel Paese africano ha infatti ordinato l’espulsione dell’ambasciatore francese Sylvain Itte, concedendogli 48 ore per lasciare spontaneamente la capitale Niamey. Poche ore dopo analoga comunicazione –notizia France Presse- sarebbe stata inoltrata anche all’ambasciatore di Germania e a quello degli Stati Uniti. Poco prima delle 2 di oggi, 26 agosto, smentite le richieste di espulsione agli ambasciatori di Germania, Stati Uniti e Nigeria sostenendo che si basavano su dichiarazioni definite non autentiche dalle autorità di Niamey.
Il rifiuto diplomatico
Solo per la Francia, o Germania e Usa e seguire, contestato il rifiuto di presentarsi a un colloquio con i nuovi capi di governo. Da qui la decisione di revocare il «gradimento» e l’invito a fare le valigie in quanto «personalità non gradite» entro le 48 ore. I governi occidentali, del resto, non hanno riconosciuto l’autorità della giunta militare nigerina.
L’autorità di chi se la prende
«I golpisti non hanno l’autorità» per chiedere l’allontanamento dell’ambasciatore di Francia, dichiara Parigi, in una nota del Quai d’Orsay, che forse doveva aspettarselo. Le tensioni tra Niger e Francia sono andate crescendo dopo il colpo di stato che ha destituito il presidente Mohamed Bazoum, fautore di una politica filo occidentale in un’area dove invece si sono susseguiti golpe di ispirazione contraria (in Mali, Burkina Faso, Sudan). L’ambasciata francese a Niamey è stata più volte teatro di manifestazioni ostili e minacciose: i dimostranti vicini alla giunta militare hanno sventolato bandiere russe ed inneggiato a Putin, arrivando a chiedere l’intervento anche dei militari della Wagner.
Caos e rischi di guerra
Il braccio di ferro tra Niamey e Parigi è destinato a farsi più duro nei prossimi giorni quando a inizio settembre scadranno i 30 giorni concessi per lasciare il Niger (come da trattato bilaterale Francia Niger) ai 1.500 militari francesi presenti nella nazione del Sahel. Richiesta respinta dalla Francia che, come detto, non riconosce la legittimità della giunta. Nella confusione di queste ore va ricordato che Francia, Germania e Stati Uniti schierano in Niger contingenti militari, come l’Italia che però al momento non sembra aver ricevuto richieste dalla giunta nigerina.
Il capo della giunta militare chiama gli alleati
Sempre ieri il generale Abdourahmane Tchiani, alla testa della giunta militare, ha autorizzato le autorità di Burkina Faso e Mali a intervenire militarmente nel territorio nigerino ‘in caso di aggressione’. Nei giorni scorsi Mali e Burkina Faso avevano offerto supporto militare al Niger in caso di attacco da parte della forza d’intervento guidata dalla Nigeria di cui l’ECOWAS ha autorizzato l’approntamento annunciando di aver stabilito (ma senza rivelarlo) il giorno in cui dare il via all’attacco al Niger.
Non solo Niger ma tutto il Sahel
Secondo un comunicato congiunto Niger, Mali e Burkina Faso hanno concordato di “concedersi reciprocamente agevolazioni per l’assistenza in materia di difesa e sicurezza in caso di aggressione o attacco terroristico”. Le tre nazioni del Sahel guidate da giunte militari hanno deciso di stabilire un quadro di consultazioni che consenta il coordinamento per «far fronte alle varie situazioni e sfide a cui sono esposti».
Niger, uranio e migranti
“Il Niger è un Paese chiave per gli interessi occidentali nell’area subsahariana: oltre a essere uno dei principali esportatori di uranio, sul suo territorio passano le rotte dei migranti che prima di affrontare il Sahara convergono su Agadez”.
Articolo della redazione di
26 Agosto 2023