«DONNE NON BEVETE, CI SONO I LUPI»

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Che Andrea Giambruno, oltre ad essere il compagno dell’attuale capo del Governo, non fosse Leonardo da Vinci lo si era capito sin dalle sue prime apparizioni su Rete4, curiosamente intensificatesi da quando la sua Giorgia è entrata nelle stanze di Palazzo Chigi.

Andrea Giambruno è un giornalista. In quanto tale dovrebbe soppesare le parole, più che altro per una questione di credibilità personale. Ma almeno una volta non l’ha fatto, e proprio su quello che può senz’altro considerarsi un argomento tra i più scottanti.

Lo scorso lunedi, durante la conduzione su Rete4 di «Diario del Giorno», nel commentare i fatti di Palermo, dove una ragazza di 19 anni ha subìto uno stupro di gruppo, ha detto: «Se tu vai a ballare hai tutto il diritto di ubriacarti, però se eviti di ubriacarti eviti anche di incorrere in determinate problematiche, e poi rischi effettivamente che il lupo lo trovi».

A guardare la faccia del Giambruno mentre pronuncia queste parole, pare convinto di dire una cosa figa e sicuro di aprire il dibattito del secolo. Ma la frase si rivela subito fallace: che una donna possa fare affidamento unicamente sulla sua sobrietà quando subisce le attenzioni di uno o più stupratori, è un’idea quanto meno discutibile.

Difficile dubitare della buona fede del Giambruno, che però qui svela tutta la sua ignoranza, o quanto meno una totale inadeguatezza nell’affrontare discussioni di una certa serietà. In sostanza, ha finito per paragonare lo stupro ad un incidente stradale, dove al volante c’è una donna ubriaca, racchiusa in una macchina che non è in grado di pensare, tanto meno di fare autocritica, e che non ti può perdonare la minima disattenzione.

Nello stupro, invece, abbiamo un uomo, o un gruppo di uomini, beninteso non lupi, in grado di pensare e di capire che una donna ubriaca non va stuprata, semmai aiutata.

Non l’ha detto, per carità, ma è come se lo avesse fatto: se bevi e poi vieni stuprata, la colpa è tua.