DA REDAZIONE
Di Stefano Rizzuti, dalla redazione de La Notizia
Ormai è praticamente certo: la Quota 41 non arriverà nel 2024 e non ci sarà quasi sicuramente un nuovo anticipo pensionistico.
a Quota 41 non ci sarà nel 2024. Così come salta qualsiasi riforma della legge Fornero. Diventa un obiettivo di legislatura, per dirla come il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Ma la Lega è, di fatto, costretta a rinunciare alla sua promessa principale.
Le risorse non ci sono e Matteo Salvini deve rassegnarsi. Per Giorgetti, in tema di pensioni il punto è semplice: “Non corriamo i 100 metri ma i 5mila”. Quindi si rimanda il raggiungimento del traguardo entro la fine della legislatura.
Anche se ci sono dubbi pure questo obiettivo, considerando che proprio il ministro dell’Economia ha parlato di recente di obiettivi irraggiungibili con questo tasso di natalità. E così, intanto, si rimanda la riforma delle pensioni, così come la flat tax e l’innalzamento degli assegni previdenziali minimi, ai prossimi anni.
SALTA LA QUOTA 41
“Se si partisse con il ritmo dei 100 metri non arriveremmo in fondo ai 5mila”, dice Giorgetti. Che conferma come la Quota 41 resti sì un obiettivo, ma di legislatura e non a breve termine. Anche il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, è costretto ad ammettere che la Quota 41 verrà rimandata.
“Ci lavoreremo”, dice ammettendo che però molto probabilmente “non sarà in quest’anno”. Ora ci sono “altre priorità”. Anche perché, secondo le stime dell’Inps (fatte quando era guidato da Tridico), la Quota 41 costerebbe 4 miliardi il primo anno e 9 una volta a regime. Decisamente troppi.
Con una versione più soft, ovvero con il ricalcolo contributivo, costerebbe molto meno. Gli assegni tagliati ridurrebbero la spesa, che resterebbe comunque elevata: poco meno di 4 miliardi di cui uno nel 2024 e 2,2 nel successivo, più 0,6 nel 2026. Ma questo se si mettesse in campo per un solo anno, come spiega la Stampa.
In questo caso si attenderebbero circa 170mila adesioni, mentre se la misura fosse messa in campo per tre anni le adesioni diventerebbero 500mila e la spesa salirebbe a quasi 10 miliardi. Niente da fare per ora, quindi. Come conferma anche la ministra del Lavoro, Marina Calderone, che parla di percorso di legislatura.
ANTICIPO PENSIONISTICO, COSA SUCCEDERÀ NEL 2024
Per il 2024, quindi, il governo dovrebbe optare per la proroga della Quota 103. Una misura che ha avuto ben poco successo quest’anno. A questo si affiancherebbe un ampliamento dell’Ape sociale, estesa ad altre categorie. L’altra novità potrebbe essere l’ipotesi di un’Ape sociale rosa, pensata per le lavoratrici. Che andrebbe a rimpiazzare l’Opzione donna dopo il flop di quest’anno, a causa dell’eccessivo restringimento dei requisiti d’accesso voluto proprio dal governo Meloni.