QUANTO E’ BUONO E CONVENIENTE IL GAS RUSSO TRAVESTITO

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

 

Meno gas via tubo (con qualche gasdotto fatto saltare in mare), ma i russi continuano a esportare GNL, quello liquido, che naviga verso l’Europa battendo ogni record. Questo dice l’analisi dei dati di settore condotta da Global Witness, organizzazione non governativa che ha passato al setaccio i dati dei primi sette mesi del 2023.
E rispetto a prima della guerra, l’Europa compra dalla Russia il 40% di GNL in più.

Gas Naturale Liquido

Secondo l’accurata inchiesta promossa dagli esperti, il Belgio e la Spagna sono stati i due maggiori acquirenti del Gas Naturale Liquido di Mosca, ovviamente dopo il primo importatore in assoluto, che è la Cina. E tutto questo è successo nonostante l’Europa si sia impegnata (sulla carta) ad affrancarsi dai combustibili fossili russi entro il 2027. Ma il trend mostrato da Global Witness e ancora più significativo, se si compara il volume delle importazioni UE da Mosca, nello stesso periodo tra il 2021 e il 2023. Ebbene, oggi l’acquisto di GNL russo da parte dell’Europa è addirittura aumentato di circa il 40%. E, pur con l’avvertenza che prima la soglia di partenza era bassa (il gas veniva acquistato, perlopiù, via pipeline), resta il fatto che l’incremento medio, in altre parti del mondo, è stato solo del 6%. Insomma, siamo alle solite: nell’Unione si predica bene e si razzola male.

Pompose dichiarazioni

I pomposi Consigli europei partoriscono solenni dichiarazioni, impegni quasi sacri, che poi vengo sistematicamente disattesi alla prova dei fatti. Perché l’interesse nazionale ha sempre la precedenza. Comunque, l’inchiesta della Global Witness, che in sostanza è una rielaborazione dei dati forniti dalla società di analisi industriale ‘Kpler’, dimostra che persino rispetto all’anno scorso (nel periodo di crisi energetica più acuta), le quantità di GNL russo importate oggi si sono alzate ancora di quasi il 2%. In termini brutali, la virtuosa Europa ha depositato nelle tasche di Vladimir Putin la bellezza di 5,29 miliardi di dollari. Che sicuramente avranno contribuito a rinvigorire lo sforzo bellico del Cremlino contro la martoriata Ucraina. Inaccettabile? Certo, perlomeno se per evitarlo hai messo a soqquadro tutto il mercato energetico del pianeta.

«È scioccante che i paesi dell’UE abbiano lavorato così duramente per liberarsi dal gas fossile russo distribuito – ha dichiarato Jonathan Noronha-Gant, di Global Witness – solo per sostituirlo con l’equivalente spedito. La verità è che non importa, se viene da un oleodotto o da una nave. Significa comunque che le aziende europee stanno inviando miliardi al fondo di guerra di Vladimir Putin».

Grovigli finanziari e collusioni

La cointeressenza internazionale, il groviglio di interessi finanziari e le collusioni che, come una sofisticata architettura mercantile, tengono in piedi questo business, sono dettagliatamente spiegati dal Financial Times. «La maggior parte dei volumi russi dipende da una joint-venture (Yamal LNG) a maggioranza russa, la Novatek. Altre partecipazioni sono detenute dalla francese TotalEnergies, dalla cinese CNPC e da un fondo statale di Pechino». E ora attenzione a ciò che dicono gli specialisti del mercato energetico. Alex Froley, analista senior alla società di consulenza ICIS, non ha alcun dubbio e pensa che gli operatori commerciali europei continueranno a fare contratti con i russi, anche nel lungo periodo. A meno che non subiscano un veto dalla politica. Quindi, la scelta di convenienza del mercato è questa. Un’opzione diversa sarebbe più costosa e, aggiungiamo noi, bisognerebbe spiegarla per bene e farla metabolizzare alla gente.

La Spagna “aperturista”

Una situazione politicamente paradossale è quella citata dal Financial Times a proposito della Spagna. Sul banco degli imputati per avere seguito una politica commerciale ‘aperturista’ verso Putin, contravvenendo agli impegni presi, il governo spagnolo (o, meglio, quello dimissionario) ha cercato di mettere le mani avanti. La Ministra dell’Energia, Tersa Ribero, ha detto che «il GNL dovrebbe essere colpito da sanzioni, perché la situazione è assurda». D’accordo. Le prime auto-sanzioni, per quello che abbiamo detto finora, probabilmente se le dovrebbe infliggere la stessa Spagna. E forse la Ministra, se avesse voluto farsi sentire, avrebbe potuto comunicare il suo disappunto a Pedro Sanchez. Ma, evidentemente, non l’ha fatto.

Tuttavia, l’oscar per la dichiarazione-capolavoro se lo merita, senz’altro, Kadri Simson, Commissaria europea per l’Energia. «L’Unione può e dovrebbe liberarsi completamente dal gas russo il prima possibile, tenendo sempre presente la nostra sicurezza di approvvigionamento». Che equivale a dire: prometto solennemente di fare una dieta rigorosa. Ma se mi capita un vassoio di cannoli siciliani, beh, allora me li mangio.

 

Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

31 Agosto 2023