DI CLAUDIA SABA
Alessandro lmpagnatiello da mesi tentava di avvelenare Giulia Tramontano con del topicida.
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Lo ha stabilito la consulenza autoptica depositata mercoledì 30 agosto alla Procura di Milano.
Il veleno per topi è stato trovato sia nel feto che nel sangue di Giulia con un “incremento” della somministrazione “nell’ultimo mese e mezzo”.
Giulia Tramontano, compagna di Impagnatiello, era al settimo mese di gravidanza quando il 27 maggio è stata uccisa con 37 coltellate.
Il suo corpo era stato ritrovato dopo quattro giorni gettato vicino a dei box a Senago (Milano).
Le ricerche online effettuate da Alessandro Impagnatiello su “Quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona” erano iniziate già dal mese di dicembre.
E Giulia confidava spesso ad un’amica: “Mi sento una pezza, troppo bruciore di stomaco. Come se fossi drogata”.
Una verità raccapricciante.
L’aggravante della premeditazione, finora sempre esclusa, a questo punto diventa certezza.
Come il fatto che esistono esseri umani manipolatori ed egoisti mossi da crudeltà e privi di ogni sentimento.
Individui capaci di nascondersi dietro la maschera del bravo ragazzo capaci di premeditare e organizzare un lento e inesorabile omicidio.
Capaci di uccidere la donna che sostengono di amare ed il proprio figlio che sta per nascere.
Non credo possa esistere una pena educativa per chi è capace di tanta crudeltà.
L’ergastolo resta l’unica pena possibile.
Senza attenuanti.