DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI
Erdogan incontra Putin per parlare del grano e finisce per parlare della grana… la sua.
In tre ore riesce a portare a casa le dichiarazioni di Putin che è disposto a parlare dell’esportazione del grano se e quando saranno allentate le sanzioni sulla stessa materia per quello russo, come dargli torto.
Poi Putin dichiara che il grano esportato con il precedente accordo è andato per il 70% ai paesi ricchi e solo il 3% è arrivato nei paesi poveri, così lo porterà lui stesso a Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana ed Eritrea togliendo ogni alibi alla NATO, anche perchè, dice lui, gli ucraini avrebbero approfittato dei corridoi umanitari riservati alle navi nel Mar Nero per attaccare obiettivi militari e civili russi, compresi i gasdotti Turkish Stream e Blue Stream e le navi russe schierate a loro protezione, mica scemo.
Infine, sempre Putin, ha dichiarato che “la controffensiva ucraina ha fallito” e quindi non vede alcuna prospettiva concreta di negoziati, anche perchè, aggiunge, la mediazione turca aveva già portato a marzo 2022 ad un incontro tra le delegazioni russe ed ucraine a Istanbul dal quale erano uscite delle bozze per continuare il negoziato, “ma poi Kiev le ha buttate nella spazzatura”, quindi “ora sentiamo di alcune nuove iniziative, ma non sono state discusse con noi e quindi non percepiamo niente di nuovo”, pare non dimentichi così in fretta come facciamo noi…
Ma alla fine, dulcis in fundo per Erdogan, è stato confermato da entrambi l’avvio per l’anno prossimo della prima centrale turca costruita dai russi ad Akkuyu, con Erdogan che ha anche parlato di “passi in avanti” per la costruzione della seconda a Sinop, sul Mar Nero e confermato la nascita di un gruppo di lavoro per la realizzazione di un hub del gas russo in Turchia.
In definitiva Erdogan si propone come mediatore ed ottiene accordi vantaggiosi per lui con la Russia in pieno embargo NATO di cui la Turchia fa parte…
Adesso ditemi: chi sono gli scemi in questa vicenda?
