DI PIERO ORTECA
DALLA REDAZIONE DI REMOCONTRO
Ucraina fatale per la famiglia Biden. Il non candido figlio Hunter, improvvisato uomo d’affari a Kiev col papà vice di Obama che si muoveva sulla scia dello scontro con Mosca, accordi Ue di Minsk da stracciare. La richiesta repubblicana di ‘impeachment’ da ferocia politica americana. Ma politicamente peggio, il deficit federale inquietante, al punto da far scrivere al Washington Post, bandiera Dem: ‘Fatti da parte, Joe’.
Cronaca stretta per non perderci
Biden è sotto procedura di ‘impeachment’, come facilmente preconizzato da mesi. Questa la dichiarazione ufficiale rilasciata dallo speaker della Camera Usa, Kevin McCarthy: «I Repubblicani della Camera hanno scoperto accuse serie e credibili sulla condotta del Presidente Biden. Nel loro insieme queste accuse dipingono il quadro di una cultura della corruzione». Ovviamente era scontato che i conservatori americani non avrebbero continuato a incassare indagini e processo a Trump senza reagire. Il contrattacco era annunciato da tempo, come pure il bersaglio più facile: Hunter Biden, il figlio del Presidente, entrato nel mirino della giustizia per alcuni reati ‘secondari’. Reati che però, a sentire l’inferocita opposizione repubblicana, meritano di essere accertati fino in fondo, per stabilire se non vi sia dell’altro. Favori ottenuti col concorso della Casa Bianca, quando Joe Biden era il vice di Obama. Alcuni prestigiosi e molto remunerativi incarichi imprenditoriali ottenuti da Hunter Biden, che già allora avevano fatto ‘sussurrare’.
Solo “occhio per occhio dente per dente”?
Al Senato giace un rapporto del partito Repubblicano di ben 87 pagine contro Biden. Accuse a tutto campo che coinvolgono anche l’Ucraina e la Cina, oltre alla Russia. «Attraverso le nostre indagini – ha aggiunto al Congresso McCarthy – abbiamo scoperto che il Presidente Biden ha mentito al popolo americano, riguardo alla conoscenza degli affari esteri della sua famiglia». McCarthy, nella procedura di impeachment aperta dal suo partito, ricorda che Biden ha sempre sostenuto di «non aver mai parlato col figlio Hunter di affari di Stato all’estero». Ma, secondo lo speaker della Camera, dati emersi da un pc portatile perso da Hunter, proverebbero il contrario. Le rivelazioni più pesanti, a mezzo stampa avversaria: il New York Post riprendendo Fox Tv, «la famiglia del presidente Biden e i suoi alleati avrebbero ricevuto almeno 20 milioni di dollari da fonti straniere, compresi i soci in affari di Hunter. I soldi sarebbero giunti da Russia, Kazakistan e Ucraina». Lo ha sostenuto il presidente del Comitato di sorveglianza della Camera, il repubblicano James Comer, godendo di immunità da querela.
«Le cene tra Joe Biden, vice presidente degli Stati Uniti e gli oligarchi in affari con Hunter – sempre secondo Comer – si sarebbero svolte al caffè Milano di Washington». In una di queste cene, ipotizza il New York Post, potrebbe essere stata presente addirittura Elena Baturina, ritenuta la prima donna-oligarca russa.
Casa Bianca-Ucraina segreta?
Nel 2014 Joe Biden viene designato da Obama come ‘supervisore’ per gli affari ucraini, ricorda il New York Post. A seguire (ma solo in senso cronologico), il figlio Hunter diventa consigliere della compagnia energetica di Kiev ‘Burisma Holding’. Con lo stipendio di un milione di dollari l’anno. Ora, per carità, nessuno osa sospettare il resto di niente. Ma vista lo stato della politica in Ucraina e negli Stati Uniti, i dubbi diventano obbligo.
Biden a perdere e incubo Trump di ritorno?
La previsione diffusa era che se Biden non avesse chiuso per tempo la guerra in Ucraina, avrebbe perso le elezioni. Stando ai sondaggi le sta perdendo con largo anticipo. Perché, impeachment a parte, sono gli altri fronti che scricchiolano. In economia, innanzitutto, a partire dal deficit di bilancio federale. Quest’anno Biden toccherà oltre due trilioni di deficit (per ora), perché se dura la politica dei tassi alti della Federal Reserve, l’esborso per i contribuenti potrebbe essere anche maggiore. Ma per le società di rating, non esistono totem. Quindi anche il debito americano, anzi, di questi Stati Uniti, potrebbe essere degradato. Politicamente peggio per il candidato alla rielezione Biden se le critiche sullo scasso dei conti pubblici le fa un giornale come il Washington Post, storica bandiera Dem. Con Biden che sui conti deve forse dire grazie all’ultradestra Corte Suprema, che ha bocciato la sua decisione di annullare ben 400 miliardi di dollari di prestiti studenteschi.
“Biden perde colpi e in casa democratica è allarme rosso. E ieri, il Washington Post ha colpito durissimo. Davide Ignazio, uno degli editorialisti più prestigiosi del quotidiano Usa, dopo aver giudicato positivamente la sua presidenza, gli ha dato un consiglio/avvertimento: «Fatti da parte, Joe». Nonostante l’irrisolto l’incubo di un possibile ritorno dell’ultra incriminato Trump. Cosa è accaduto all’attuale classe politica statunitense? Ma il quesito potrebbe valere per molti altri Paesi nel mondo”.
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Mitt Romney si fa da parte: “Sono vecchio, Biden e Trump seguano il mio esempio”
Il senatore repubblicano, sconfitto da Barack Obama nel 2012, lascerà libero il seggio dello Utah: ‘Servono leader giovani’. Romney, che ha 76 anni, è uno dei principali esponenti dell’ala moderata del Partito Repubblicano. Nell’annunciare il suo ritiro ha invitato anche il presidente Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump a valutare di fare lo stesso, considerando la loro età avanzata (rispettivamente 80 e 77 anni).
Romney ha iniziato la carriera politica negli anni Novanta. Venne eletto governatore del Massachusetts nel 2002, e negli anni successivi si candidò più volte alle primarie dei Repubblicani per le elezioni presidenziali, vincendole però solo in un’occasione, nel 2012. Alle elezioni fu poi sconfitto dal Democratico Barack Obama, al suo secondo mandato consecutivo.
Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di
14 Settembre 2023