DI LEONARDO CECCHI
Nella Fattoria degli Animali, quando Napoleone, il maiale che è diventato dittatore, deve gestire un problema derivato da inefficienza, incompetenza o ruberie della propria cerchia, fa una cosa in particolare: davanti al popolo, accusa sempre “Palla di neve”, il maiale esiliato dalla fattoria anni prima perché “controrivoluzionario”.
Di lui si è persa ogni traccia.
Nessuno sa che fine abbia fatto, nessuno lo vede. Ma qualunque cosa accada, è colpa di Palla di neve, che tramerebbe nell’ombra al fine di sabotare la fattoria degli animali.
Se si rompe il mulino, se i lavori sono in ritardo, se torna il fattore, se spariscono le mele di cui i maiali sono ghiotti: colpa sua.
Uno stratagemma astuto, questo, che consente al governo di Napoleone di poter far qualunque cosa e non assumersi nessuna responsabilità, dando puntualmente la colpa a un nemico che nessuno può vedere.
Orwell scrisse questo romanzo nel 1945.
Oggi siamo nel 2023 e in Italia c’è un potere politico che ci dice che Palla di neve è volato in Libia e in Tunisia e mentre veleggia nel mare delle dune, con uno zampone telefona ai poteri forti globali mentre con l’altro incita i trafficanti di esseri umani ad aumentare i flussi migratori, al fine di indebolire il Governo italiano. Governo che non ha nessuna colpa, ovviamente.
Perché contro Palla di neve, nemico invisibile, si può fare ben poco.