DI ALFREDO FACCHINI
Ferrara 25 settembre del 2005. Prima dell’alba, Federico, viene fermato dalla polizia per un controllo. Finisce malissimo.
Quattro agenti si accaniscono su di lui con i manganelli. Dopo averlo pestato, per immobilizzarlo lo schiacciano a terra portandolo all’ <<asfissia posturale>> e alla morte per soffocamento.
Arresto cardio-respiratorio e trauma cranico-facciale le cause del decesso.
A terra, sul luogo dei fatti, vengono trovati due manganelli spezzati. Sul corpo di Federico si contano 54 lesioni ed ecchimosi.
Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi: <<Mio figlio Federico è morto nello stesso modo di George Floyd. Schiacciato sotto le ginocchia e il peso di un poliziotto mentre chiedeva aiuto e diceva di non riuscire a respirare>>.
Dopo un lungo processo, la Corte di Cassazione nel 2012 ha stabilito che la morte di Federico Aldrovandi è stata causata da un eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi da parte dei quattro agenti della questura di Ferrara.
Gli agenti, Monica Segatto, Paolo Forlani, Enzo Pontani e Luca Pollastri, sono stati definitivamente condannati ad un risarcimento e a tre anni e mezzo di carcere per omicidio colposo, poi divenuti sei mesi grazie all’indulto.
I quattro si dichiararono stupiti della morte della vittima, che <<stava benissimo prima dell’arrivo dei sanitari>>. Ma c’è una registrazione della centrale operativa a smentirli: <<… l’abbiamo bastonato di brutto. Adesso è svenuto, non so… È mezzo morto>>.
La beffa finale. Nel gennaio del 2014 tre dei quattro agenti sono tornati in servizio. Uno solo rimasto a casa per curare una <<nevrosi reattiva>>.
Giuseppe Pinelli, Franco Serantini, Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Aldo Bianzino, Niki Aprile Gatti, Stefano Brunetti, Serena Mollicone, Riccardo Rasman, Michele Ferrulli, Riccardo Magherini, Carmelo Castro, Simone La Penna, Cristian De Cupis, Manuel Eliantonio.
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Tutti morti per cause naturali. Vero?