DI MARIO PIAZZA
L’Europa ha vinto la Ryder Cup
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So bene che ve ne importa il giusto o anche meno, ma per chi come me ama il golf ed è rimasto incollato al televisore per tre giorni è stato uno spettacolo bellissimo ed emozionante guastato soltanto da tre fattori tristemente prevedibili.
Il primo, spiace dirlo, è stato l’atteggiamento provocatorio della squadra americana e del suo folto pubblico presente.
I dollari prima dell’onore e la tracotanza prima del rispetto, perfetta metafora dell’America trumpiana e non solo.
Il secondo è stato la qualità della telecronaca RAI dove le indubbie competenze tecniche dei cronisti sono state annientate dalla loro totale incapacità di coinvolgere il pubblico meno esperto e di coniugare la lingua italiana con i termini inglesi del golf. Deludenti, a tratti penosi.
Il terzo sono stati i 20 minuti di comizio offerti al ministro di turno relegando i momenti più emozionanti della competizione in un invisibile quadratino a fondo schermo. Uno scivolone di controproducente “leccaculismo”, perché per una volta il ministro ha detto cose sagge e condivisibili che sarei stato felice di ascoltare a fine gara.
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Comunque abbiamo vinto alla grande, appuntamento a New York nel 2025.
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