LA TUNISIA NON E’ UN “POSTO SICURO”

DI CLAUDIO KHALED SER

 

La TUNISIA oggi é un cantiere.

Si sta ricostruendo un Paese incatenato da due dittature, Bourghiba e Ben Ali, e sodomizzato dalla politica corrotta e mafiosa di Ennadha.
Hanno ragione i Giudici di Firenze.
Oggi, la TUNISIA non può essere considerato un “Paese sicuro” secondo i parametri europei.
A parte la feroce e persistente crisi economica che ha messo in ginocchio il Paese, innescando una ancor più destabilizzante crisi sociale, l’occhio dell’UE si fissa sui Diritti Umani, non dei tunisini ma degli immigrati che entrano illegalmente nel territorio.
Un Paese “povero”, privo di risorse che possano fronteggiare nel breve periodo le due crisi, NON puo’ accogliere altre migliaia di disperati.
Si rischierebbe un collasso totale.
Ho più volte sottolineato che la TUNISIA non ha i mezzi, le strutture e la volontà di far fronte all’esodo africano.
Migranti che NON ritengono di stare in TUNISIA ma di attraversarla per raggiungere l’Europa.
Ma questo “passaggio” ha tempi e modi che il Paese non puo’ sopportare.
I tempi sono lunghi.
Un Migrante deve trovare non solo l’imbarco ma i soldi per pagarlo.
E nello stesso tempo deve vivere il quotidiano cioè mangiare, bere, dormire.
Il tasso di disoccupazione in TUNISIA é più o meno intorno al 20/25%, raggiunge un picco del 40% tra i giovani di 18/25 anni.
Dove trovano un lavoro i Profughi?
La miseria é madre della micro criminalità e quest’ultima genera non solo insicurezza nei tunisini, ma rabbia e rivolta.
Per questo, la coabitazione, seppur temporanea, tra Persone, diventa quasi impossibile.
Le immagini delle due piazze principali di Sfax, ridotte ad un accampamento colmo di rifiuti e ad una fogna a cielo aperto, non possono lasciarci indifferenti.
Lo sgombero dei 400/500 Migranti che vivevano in quel modo é stato più volte richiesto dagli abitanti.
Prima che la situazione degenerasse in aperti scontri fisici, la Polizia ha provveduto a “ripulire” le piazze.
Ma ha solo spostato il problema di 30km, nella campagna extra urbana.
Certo, i Migranti hanno dei Diritti, ma lo stesso si deve dire dei tunisini.
E oggi, in questa situazione, sono Diritti contrapposti.
Dato che l’Europa tuona che NON si possono respingere verso le frontiere (desertiche) del Paese che hanno illegalmente attraversato, l’unica soluzione é farli partire verso i Paesi che sognano di raggiungere.
Loro, i Migranti, di stare in TUNISIA non ne vogliono proprio sapere, non hanno fatto migliaia di km nel deserto per vivere la stessa miseria.
E la TUNISIA di tenerli prigionieri nei Campi di concentramento, non ci pensa proprio.
Sayed é stato molto chiaro :
“Non siamo i cani da guardia dell’Europa”.
Ma Bruxelles é sorda e stupida.
Ma torniamo al “cantiere”.
L’opera di ricostruzione prevede necessariamente quella di demolizione.
Abbattere tutti i muri della corruzione esistente, ripristinare la vera legalità, oggi compromessa da giudici “parziali”, combattere le lobby padronali che muovono a loro piacere il mercato causando un’inflazione sui generi di prima necessità che ormai tocca il 10%.
Il cantiere NON é un posto sicuro, da nessuna parte, nemmeno in Europa.
Figuriamoci in TUNISIA dove ogni forma di sicurezza é precaria e tutto é affidato al volere di dio.
Per tutto quello che ho esposto, bisogna riconoscere che i Giudici fiorentini, hanno ragione.
NON si può (oggi) rimandare la Persone in Tunisia, ritenendole “al sicuro”.
Rischierebbero di “vivere” sia chiaro, non di morire.
Ma chi tra di Voi ritiene che questo sia “vivere”?
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