BOPHUTHATSWANA

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

BOPHUTHATSWANA
Non è una parolaccia o una formula magica…
Il Bophuthatswana (nella prima cartina) fu un insieme di 7 piccoli territori che il governo dell’Apartheid assegnò alla popolazione nera sudafricana. Una caricatura di autonomia intesa a spezzettare quel popolo per garantirne il controllo, a liberare della loro presenza aree del paese di particolare interesse e a ridurre alla fame un milione e mezzo di persone ottenendo così preziosi serbatoi di mano d’opera a costi irrisori qualora i lavoratori dei ghetti urbani come Soweto, Alexandra o Khayelitsha avessero creato problemi o fossero diventati insufficienti.
Una soluzione disumana, molto simile a ciò che l’Europa antisemita ha perpetrato attraverso i secoli in danno degli Ebrei (il Ghetto di Venezia risale al 1500) e praticamente identica a ciò che lo Stato Ebraico sta consumando da 75 anni in danno dei Palestinesi.
Una differenza però c’è, e non è di poco conto. Il Sud Africa dell’Apartheid fu prostrato dalle sanzioni e dagli embargo fino a costringerlo a desistere, Israele invece riceve aiuti da tutto il mondo e i governi democratici fanno a gara per chi più e meglio riesca a baciare il suo didietro.
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