DI MARIO PIAZZA
La guerra è guerra,
così hanno risposto le autorità ai nostri diplomatici che in Israele provano a salvare la vita dei nostri connazionali che insieme alle famiglie palestinesi stanno cercando la propria e altrui salvezza fuggendo verso il sud di Gaza sotto una pioggia di missili, senza cibo né acqua.
Ethel Campani mi ha inviato ieri un tragico messaggio vocale che descrive la situazione e chiede un aiuto che nessuno sembra in grado di poter dare. La furia omicida di Netanyahu è inarrestabile, neppure il suo amico Biden riesce a strappare un gesto di pietà per i suoi connazionali, figuriamoci il nostro governo che dopo aver riportato a casa i pochi pellegrini in Terrasanta se ne sta lavando le mani e per molti versi invece aizza Netanyahu a consumare fino in fondo la propria vendetta.
La guerra è guerra,
dice Israele, lo stesso pensiero che ha sostenuto i miliziani di Hamas nelle atrocità compiute in un’azione disperata nata da decenni di soprusi e di omicidi impuniti. Se chiamiamo terroristi quelli di Hamas come dovremmo chiamare il governo israeliano che sta trucidando migliaia di civili per semplice vendetta?
Certo non sarà questa mia denuncia a cambiare le cose ma che la sofferenza di chi si espone in prima persona almeno serva a tenere vive le nostre coscienze.