ANALISI DELL’ESPLOSIONE NELL’OSPEDALE DI GAZA.

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Dopo la strage dell’ospedale centrale di Gaza le autorità israeliane provano a smarcarsi da qualsiasi responsabilità.

E’ un atto dovuto affinché nell’opinione pubblica non serpeggi l’idea che l’esercito israeliano possa commettere mostruosità facilmente addebitabili ad Hamas. Tuttavia i tecnicismi, inutile prendersi in giro, non vanno a braccetto con verità scomode.
Quando si entra nell’analisi di un evento specifico sono importantissime le modalità con cui questo viene propagandato e va ricordato che un colpevole è condannato quando sia provato che abbia commesso un reato oltre ogni ragionevole dubbio. Comprensibilmente Il minimo che si possa tentare per scagionare un potenziale colpevole, è dunque instillare una serie di dubbi che demoliscano la certezza della colpevolezza. Quali elementi considerare in questo caso.
Il primo elemento è l’agghiacciante Tweet prontamente cancellato dal portavoce di Netanyahu. Una doccia molto fredda per l’opinione pubblica mondiale. Questa non deve credere che i buoni possano usare metodi tanto efferati. Se Naftali non avesse intestato l’esplosione all’aeronautica militare israeliana oggi non staremmo qui a parlarne. I media programmano i comportamenti delle masse e e Israele, con la sua storia funestata da orribili tentativi di cancellarli, non dovrebbe poter commettere atrocità di quella portata ma attenzione, ciò vale solo sul piano puramente emotivo.
Un altro elemento controverso è nell’affermazione del portavoce dell’IDF : “ Secondo i nostri servizi segreti, Hamas ha controllato i rapporti, ha capito che era un razzo del Jihad islamico che aveva avuto un problema e ha deciso di lanciare una campagna mediatica globale per nascondere ciò che è realmente accaduto.”
Quanto sono credibili servizi segreti a cui sfuggono i progetti di Hamas e ignorano che nella striscia di Gaza abbiano costruito un arsenale missilistico. E’ un fatto grave su cui riflettere attentamente. Inoltre i primi a lanciare una campagna mediatica intestandosi la rappresaglia contro i terroristi sono proprio gli israeliani con lo comodissimo tweet del portavoce di Netanyahu.
Il terzo punto è nella pubblicazione della conversazione tra presunti miliziani di Hamas che non sembra risolvere affatto la questione perché siamo nell’ambito della pura supposizione contro le parole, cancellate, del portavoce del premier israeliano. Come possiamo sapere che i due intercettati siano effettivamente militanti dell’organizzazione? Questo non si può dare per scontato perché suggerito dai media. Una buona parte di questi infatti si adopera perché nutriamo cieca fiducia verso coloro che la propaganda ci impone di immaginare buoni, ma le analisi dei fatti, spiace, non si scrivono sulla fiducia.
Un altro dato importantissimo è l’ideologia su cui si fonda la reazione Israeliana. Se come sostiene il console israeliano a cui si sono rivolti i nostri concittadini disperati in cerca di una via di fuga dalla striscia di Gaza “The war is war”, anche attaccare un ospedale ritenuto base di terroristi rientra in questo paradigma. Come spiegarlo all’opinione pubblica? Impossibile se non si è nell’ordine di idee israeliano. Posso anche razionalmente capire la matrice che supporta l’ideologia ma non condividerla se “The war is war” significa non ci sono regole ma solo mattanza.
Nella conversazione i due supposti miliziani di Hamas affermerebbero: “Loro dicono che i pezzi del missile sono locali, non come quelli Israeliani…” Chi sono questi loro che dicono che i pezzi del missile non sono Israeliani? Vertici di Hamas o militari Israeliani. Non lo sappiamo e dovremmo dedurlo senza alcun elemento a disposizione. Questi “loro” di cui non sappiamo nulla dicono che il razzo non è israeliano ma questo di fatto non dimostra nulla. “Loro dicono che” è troppo poco. Il portavoce di Netanyahu difficilmente vorrebbe essere considerato un “cazzaro” che inventa storie atroci e poi le pubblica sui profili social. Se si tratta di palle e data la situazione non sarebbe il caso, il contenuto del Tweet per delegittimare non poco gli Israeliani col risultato che un opinione pubblica critica avrebbe una ragione in più per essere scettica. Il console Israeliano sottovaluta che se “The war is war” più che la verità dei fatti è importante divulgare ipotesi che portino alla costruzione di una verità ben precisa e favorevole.
Perciò dovremmo tutti stare al punto: perché Naftali ha tempestivamente intestato l’attacco all’aeronautica militare israeliana?
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Ringrazio tutti per la lettura, spero aver stimolato riflessione.