DI CLAUDIO KHALED SER
La guerra divide, c’é chi parteggia per una parte e chi per l’altra, spesse volte inventandosi ragioni irrazionali, altre volte cedendo alle proprie opinioni politiche, talvolta semplicemente per una questione di “simpatia” verso un Popolo rispetto ad un altro.
C’é molto di questo nel sostegno alla Palestina, gli israeliani non sono “simpatici” alla pubblica opinione, al di là di tutto quello che hanno fatto e continuano a fare.
Irrazionale ma é così.
Evitando di cadere nell’empatia ma analizzando il comportamento prettamente politico dei Governi, si riscontrano posizioni “ambigue”, soprattutto in Africa.
Tra i “supporter” Palestinesi, annoveriamo la presenza di Stati come la Tunisia, la Libia, l’Algeria che si affratellano nel pensiero arabo e musulmano.
Un po’ più ambigua la posizione del Marocco e dell’Egitto, i cui Governi hanno relazioni diplomatiche con Israele mentre il loro Popolo lo disprezza.
Sudafrica e Mauritania si sono schierati immediatamente con la Palestina, Kenya, Tanzania, Zambia, Camerun, Etiopia, Ghana e Congo sono al fianco di Israele.
Disinteressati a quanto avviene in Medio Oriente sono il Burkina Faso, il Mali, il Senegal, il Togo e qualche altra decina di Governi.
Troppo occupati a risolvere i propri problemi per occuparsi di quelli degli altri, sono il Sudan, l’Etiopia, il Niger, il Chad, la Nigeria.
Nessun commento da parte di questi Governi, silenzio totale.
44 dei 54 Paesi africani riconoscono la Stato di Israele e quasi 30 hanno aperto ambasciate o consolati nel Paese.
Proprio a causa della crescente siccità e i cambiamenti climatici, molti governi africani sono interessati alle tecnologie agricole, cui lo Stato ebraico è leader mondiale.
Ma non solo agricoltura, anche interessi commerciali e di sicurezza hanno fatto sì che molti Paesi africani si siano avvicinati a Israele.
Lo stato ebraico ha forti legami con diverse nazioni al di là del commercio.
Per decenni l’Etiopia ha ricevuto milioni di dollari in aiuti umanitari e migliaia di falasha, gli ebrei etiopici, sono stati portati in Israele.
Quindi da un lato ci sono i legami radicati con il movimento palestinese; dall’altro, ci sono le alettanti offerte di tecnologia all’avanguardia, assistenza militare e aiuti da parte dello Stato ebraico.
E come sempre, il “soldo vince”.
Ma il disinteresse verso tutto quello che accade nel resto del Mondo, é assoluto.
Un terzo dei governi africani ha scelto di restare neutrale in occasione del voto della Nazioni Unite che condannava l’invasione russa in Ucraina.
“Neutrale” é sempre peggio di “a favore” o “contro”, vuol dire proprio che non me ne frega un c…o e dei problemi degli altri non intendo occuparmene.
Anche questa é l’Africa.