DI CLAUDIO KHALED SER
L’allineamento servile dell’Italia, schierata pavidamente con Israele, vagheggiando l’obsoleta idea di “due stati sovrani” che non ha più un briciolo d’attualità e di fattibilità, la pone (in compagnia degli altri servi) in contrasto con il mondo arabo.
Al di là delle strette di mano, dei sorrisi di circostanza, le varie missioni “diplomatiche” italiane nei Paesi Maghreb, sono un totale fallimento.
Tutta l’informazione nostrana, dai giornali alle tv, difendono la criminale politica di Netanyahu e il diritto di Israele di difendersi massacrando il Popolo palestinese.
Soltanto un sistema “stracorrotto” dell’informazione come quello italiano può far iniziare la storia del conflitto israelo-palestinese dall’attentato di Hamas del 7 ottobre 2023.
Le potenze coloniali, cioè Israele e Stati Uniti, fanno sempre iniziare la storia del conflitto israelo-palestinese dall’ultimo attentato terroristico in opposizione alla logica dell’indagine scientifico-sociale che suggerisce ben altra impostazione metodologica.
Però l’informazione sulla politica internazionale in Italia funziona come nelle dittature quindi, purtroppo per noi, quasi tutti i conduttori televisivi, gli speaker radiofonici e i direttori di giornali, sono corrotti perché tradiscono la loro missione professionale che prevede di non ingannare le persone mentendo spudoratamente e distorcendo i fatti.
Questo atteggiamento ha delle inevitabili ripercussioni.
Tajani a Tunisi ha incontrato il Governo tunisino ed il suo Presidente che, senza mezzi termini, si é schierato da sempre in favore della Palestina, rifiutando ogni dialogo con gli israeliani.
Il goffo tentativo di aprire una breccia é miseramente fallito, tant’é che Sayed ha rifiutato di sottoscrivere un qualsiasi documento relazionale sull’incontro.
Come a sottolineare che non c’é nulla da dire o da condividere.
Non é andata meglio alla Meloni al Cairo.
Sempre la solita manfrina dei due Stati, sempre la solita retorica sul “ricercare la pace” sempre il solito atteggiamento prono a Israele.
Anche qui, nessun documento sottoscritto, viste le posizioni contrarie tra gli Stati arabi e quelli europei.
E le reazioni non si sono fatte attendere.
In Libia, il leader del gruppo armato Fronte Samoud, Salah Bad, ha lanciato un ultimatum ai militari italiani presenti nel Paese.
Bad ha promesso di assaltare la base militare di Misurata se gli italiani non lasceranno il Paese entro le prossime 48 ore.
A Tripoli, centinaia di manifestanti hanno raggiunto l’Ambasciata italiana, scandendo slogan a favore della Palestina e invettive contro l’Italia, ritenuta complice dei sionisti.
Un’escalation d’ostilità che crescerà di giorno in giorno, ponendoci tra i “nemici” del Popolo arabo, con tutte le inevitabili conseguenze.
Una politica estera che ci mette nel mirino della follia.
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Era questo che volevamo?