L’UOMO DELLA FARNESINA

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

L’UOMO DELLA FARNESINA

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È difficile, difficilissimo trattenersi davanti alle parole di Antonio Tajani ai microfoni di Sky: <<Mi pare che in Israele fino ad oggi sia prevalso il buon senso, la reazione è stata proporzionata alla vile aggressione che hanno subito. Finora hanno colpito solo i centri di Hamas>>.
Reazione proporzionata?
Tajani per ora siamo a 5 palestinesi ammazzati ogni israeliano ucciso da Hamas.
Ti ricorda qualcuno?
L’ultimissimo bilancio che arriva da Gaza parla di 5.791 i palestinesi uccisi nella Striscia dal 7 ottobre. Tra di essi ci sono 2.360 bambini. Più di 4200 ragazzini feriti (dati Unicef).
E pensare che a detta di molti Tajani è il migliore dei peggiori.
Io lo ricordo monarchico convinto in gioventù, praticamente nato vecchio o mai giovane. Fate voi. E poi subito dopo cronista parlamentare in quota DC, al punto che un giorno in Transatlantico riceve due ceffoni dal fascistone Alfredo Pazzaglia per avere scritto un articolo dal sapore troppo democristiano.
Viene promosso conduttore del GR1 Rai. Passa alla carta stampata come responsabile della redazione romana del quotidiano “Il Giornale” diretto da Indro Montanelli. Sarà un suo fedele scudiero per dieci anni di fila. Poi trova un altro padrone per cui scodinzolare: il Berlusca. Gli fa da portavoce.
Dopodiché deputato, consigliere comunale, fino ad essere eletto nel gennaio 2017, Presidente del Parlamento europeo. Evidentemente certe cose non succedono solo in Italia. Ora i suoi lo spacciano per il volto prudente di Forza Italia.
Nasce nel 1953 a Roma e cresce nel quartiere Parioli. Ma non ha la erre moscia. In terza media prende la tessera del Partito monarchico. Si iscrive al liceo Tasso. Ma dura poco. Butta male. All’uscita di scuola viene malmenato – così raccontano – da quattro operai scesi da una macchina. Cambia scuola.
Il suo è un amore mai rinnegato per la Corona sabauda. Si è sempre schierato per l’abolizione della disposizione che vietava il rientro in Italia agli eredi.
Non mancano neanche le scivolate su Mussolini come quella volta ai microfoni della Zanzara su Radio 24: <<Da un punto di vista di fatti concreti realizzati non si può dire che non abbia realizzato nulla>>. Due gradini insomma sotto Benito La Russa.
E c’è chi giura che il suo sogno proibito sia il Quirinale.
Siamo messi così.