DI CLAUDIO KHALED SER
Rannicchiato nel suo lettino, Adam dorme.
Una notte senza bombe, senza sirene, senza fuga.
Una notte che, in questi sei mesi di vita, non ha mai vissuto.
Imen lo guarda, le scendono lacrime che prontamente asciuga.
Forse pensa a quello che verrà,
forse sente il dolore della lontananza di Tarek,
forse ha paura……
O forse é gioia nel vederlo dormire, finalmente sereno, accucciato nel letto.
Io penso a tutti quei bambini che, in questo momento, non hanno un letto.
Penso agli oltre 1500 bambini che non dormiranno mai più in un letto.
E penso alle madri, ai padri, che stringono ancora, per l’ultima volta, il corpo senza vita del loro figlio.
Gaza é un cimitero di tombe bianche.
Piccoli cumuli di terra e calce rivolti verso la Mecca.
Non un fiore, non un nome.
Solo silenzio.
Il silenzio degli innocenti.
Questa maledetta guerra, tutte le maledette guerre, lasciano orfani per strada, lasciano genitori disperati, lasciano un vuoto dentro incolmabile.
Adam ha un fremito, sera i pugni ed emette un sospiro.
Imen lo accarezza, gli sistema la copertina e ricomincia a piangere.
Stasera più che mai, avrei bisogno d’avere Hayette accanto.
Lei saprebbe con lo sguardo dare conforto,
Lei saprebbe con un leggero sorriso rincuorare,
Lei saprebbe …….
Si, Lei saprebbe come affrontare questa notte.
Non mi resta che uscire in giardino, guardare il mare calmo e le milioni di stelle che lo illuminano.
Guardare in alto, lontano, per vedere il sorriso di Tarek, felice di sapere la sua famiglia al sicuro.