DI CLAUDIO KHALED SER
Si allarga sempre di più il fronte anti sionista dopo le parole di Guterres all’Onu.
Se era prevedibile la presa di posizione dell’Oman, che si é schierato con Gaza, una certa sorpresa hanno suscitato le parole di Erdogan.
Non per i concetti espressi, quanto per la “forza” con la quale sono state pronunciate.
Era quello che il Popolo turco aspettava.
Da sempre schierato con la Palestina, voleva dal suo Capo, un imprimatur alle manifestazioni che da giorni infiammano la Turchia.
La Turchia, insieme ad altri 25 Paesi europei, forma quell’alleanza militare chiamata Nato, agli ordini degli Stati Uniti.
E’ un’alleanza di reciproco soccorso.
Quindi se uno dei Paesi viene aggredito da un Paese terzo, gli altri hanno l’obbligo di intervenire per difenderlo.
Mettiamo il caso che la Turchia si schieri anche militarmente contro Israele ed entri nel conflitto Medio Orientale, cosa potrebbe succedere ?
La Nato dovrebbe intervenire al suo fianco.
Ma ce li vedete voi gli americani che bombardano Tel Aviv?
Pura fantascienza.
Ma la morsa contro i sionisti é sempre più stringente.
Due potenze nucleari come l’ Iran e la Turchia, a fianco di Hamas e contro Netanyahu, non é “cosa da poco”.
Il detonatore é certamente l’invasione della Striscia da parte degli israeliani, più volte annunciata (anche ieri sera) ma sempre ritardata.
Lo ha capito anche l’infame capo terrorista.
Lo hanno capito anche i servi d’Israele che raccomandano “prudenza nella strage” del tipo uccideteli tutti ma con moderazione.
Accerchiato, non solo territorialmente, ma anche politicamente, Israele prende tempo.
Si valuta quanto possa essere “produttivo” entrare in Gaza, se il costo di vite umane (anche sioniste) e la deflagrazione della guerra, ne valga veramente la pena.
La stessa tribù israeliana se lo sta chiedendo e sono sempre più rumorose le invettive contro il loro premier, nonostante il suo invito a restare uniti contro la Palestina.
Ma attenzione, non ci sono “falchi & colombe” in Israele.
Sono tutti avvoltoi.
Anche quelle poche pecore, sono lupi travestiti.
Sarebbe un grave errore politico credere che Israele possa rinunciare all’usurpazione, alla conquista dei territori Palestinesi, alla coabitazione pacifica tra una tribù ed un Popolo.
La barzelletta dei “Due Stati” raccontatela agli idioti.
NON li vuole Israele che sogna d’avere tutta per sé la terra promessa dal loro dio e tanto meno li vogliono i Palestinesi che ritengono quella terra la loro Nazione con Gerusalemme capitale.
L’ONU potrebbe fare un altro disegnino sul quaderno come ha fatto quando ha creato Israele.
Potrebbe riconoscere la Palestina come Stato sovrano.
Ma il problema resterebbe sempre quello : Quali confini?
Non certo quelli di una Striscia ridotta a qualche kilometro quadrato.
E la Cisgiordania dove la metterete ?
In Palestina o in Israele ?
Piantatela di fare scarabocchi su di un pezzo di carta, smettetela di mettere in giro fotografie oscene di due ragazzi, uno Palestinese ed uno ebreo, che si abbracciano guardando il futuro.
Sono “sogni proibiti”.
Alla fine, se anche Israele vincesse la guerra, la sua sconfitta politica é assoluta.
Mai come oggi, il fronte anti sionista si é allargato e compattato davanti alle atrocità commesse dai terroristi israeliani.
E anche di questo, il Netanyahu deve tenerne conto.