DI ALFREDO FACCHINI
Isolata dal resto del mondo, abbandonata dalla comunità internazionale – di fatto solo parole – Gaza è nelle mani di uno Stato che vuole solo il sangue dei Palestinesi.
Fanteria e mezzi corazzati con la stella di David sono dentro la Striscia. Ma non è ancora chiaro se si tratti già di un’invasione a tutto campo. L’unica cosa certa è che dal cielo piovono le bombe e si continua a morire.
Ultimo bilancio è spaventoso: le vittime sono oltre 8.000.
Hamas intanto presenta a Israele il prezzo per la liberazione dei 230 ostaggi. Chiede lo scambio con tutti i 7.000 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Una richiesta che Tel Aviv ha rispedito al mittente. Schermaglie.
<<Questa è la guerra dell’umanità contro il diavolo>>, ha dichiarato Netanyahu nel suo discorso davanti alla Nazione.
L’esercito di Tel Aviv fa sapere che aerei da combattimento hanno colpito circa 450 obiettivi di Hamas nella Striscia.
In particolare hanno preso di mira più di 150 obiettivi sotterranei. Ma qui le voci si fanno contrastanti.
Vale la pena riportare fonti di Al Jazeera secondo cui Hamas avrebbe installato infrastrutture di comunicazione “a prova di Israele” nella sua vasta rete di tunnel sotto la Striscia di Gaza. Avrebbero posato infatti decine di chilometri di cavi con una forte schermatura elettromagnetica per impedire il rilevamento e l’intercettazione dei segnali.
Questi nuovi mezzi di comunicazione – osserva Al Jazeera – potrebbero spiegare come Hamas sia riuscita a mantenere segretissimi i suoi piani per l’attacco del 7 ottobre.
I suoi tunnel sono passati da rifugi improvvisati profondi un paio di metri a strutture sofisticate, rivestite di cemento che, si troverebbero fino a 20 metri sotto la superficie, al riparo anche dalle micidiali bombe bunker buster.
Se fosse davvero così risulterebbero sicuramente inefficaci le normali bombe di ferro, a caduta libera o guidate dal laser.
Uno scenario che potrebbe cambiare radicalmente le regole d’ingaggio in questo orribile conflitto.