ISRAELE: LECITO ATTACCARE UN CONVOGLIO DI AMBULANZE?

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Di oggi la notizia di un attacco a un convoglio di ambulanze appena fuori dall’ospedale di Al Shifa.
L’episodio ha provocato la reazione inorridita di Gutierrez. 15 morti sparsi per strada e oltre 50 feriti, uno strazio derubricato a routine militare.
Tiscali News riporta che stando fonti Usa non chiarite, e questo è un male perché rende la notizia fumosa, sembrerebbe che Hamas volesse utilizzare le ambulanze dell’ospedale per trasferire combattenti oltre la striscia di Gaza. Hamas ha quindi fornito alle autorità egiziane una lista di persone gravemente ferite da evacuare con altri stranieri di cui non ci viene dato il numero. Tuttavia sarebbe stato scoperto che nella lista di Hamas un terzo era costituito da combattenti che non figuravano tra i 76 palestinesi poi effettivamente evacuati.
Analizziamo brevemente:
nessuno quantifica l’elenco fornito da Hamas, altrettanto misterioso è questo terzo di combattenti. Potrebbe essere uno come 10 ma su questo dato volatile dovremmo considerare legittima l’offensiva su un convoglio di ambulanze. Troppa approssimazione per i miei gusti dato che si gioca con vite umane.
Punto due: se i combattenti nemici sono feriti possiamo esonerarli dal diritto alle cure e farli a pezzi al costo di sacrificare civili oppure il diritto internazionale nei conflitti bellici va comunque considerato. La questione è che se Volodymyr Zelensky trascorre mesi nel sottolineare che i mostri russi massacrano civili e tutti gli danno ragione, non si può far finta di nulla se i civili sono massacrati dall’esercito Israeliano. Sebbene dei palestinesi non importi quasi a nessuno, la domanda sorge e poi non ci si deve meravigliare se più di qualcuno pensa al governo Netanyahu come a una macelleria fuori controllo.
Visto l’attentato al festival pensavamo fuori controllo i terroristi di Hamas, ma a parte l’uso di bombardare ospedali o chiederne l’evacuazione proprio per poterli bombardare- in opposizione alla convenzione di Ginevra- dubito molto che attaccare un convoglio di ambulanze per abbattere un numero imprecisato di combattenti nemici si possa inserire nell’ ambito delle regole di giurisprudenza internazionale.
Nello scenario generale interessantissima la protesta lanciata contro la prestigiosa università di Harvard da 1200 laureati Ebrei.
Secondo i “dottori” l’istituzione ha offerto una risposta lassista intorno all’attentato del 7 Ottobre e all’attività antisionista nel campus. Perciò i fautori della protesta propongono di devolvere all’università un solo dollaro all’anno finché non ci sarà un cambio di atteggiamento.
Non parlano ignoranti qualsiasi ma 1200 laureati ebrei. A questi bisognerebbe porre alcune questioni rilevanti. Harvard ha regole e quote di adesione, nessuno è obbligato a frequentarla. Credo che un dollaro all’anno equivalga a farsi cacciare a meno di non essere facoltosissimi finanziatori che per ottenere un tornaconto possono ricattare un istituzione universitaria. Confido sempre nell’onestà intellettuale dell’individuo e immagino nessuno voglia ricattare nessuno. In un campus universitario democratico nessuno dovrebbe imporre ideologie politiche, sionismo e antisionismo, dato che dipendono l’uno dall’altro, devono convivere; ammesso che siano leciti. Ciò naturalmente a meno di non attendersi che il sionismo sia legittimo ma contestarlo no. Perciò non è chiaro in base a che criterio Harvard abbia offerto risposte lassiste all’attentato del 7 ottobre e l’antisionismo. Per conto mio è lassismo limitare l’orizzonte speculativo alle proprie aspirazioni popolari la cui nobiltà comincia a scricchiolare poiché è sempre più svincolata dal raziocinio e l’obbiettività del giudizio. Non è dato sapere infatti che pensino i laureati in oggetto intorno all’occupazione illegittima di territori nei quali i coloni ebrei, oggi armati dal controverso e sionista ministro Ben Gvir, possono cacciare, supportati dall’esercito Israeliano, residenti autoctoni e occuparne terre e abitazioni. Possiamo aspettarci un cambio di atteggiamento e magari più di un dollaro all’anno per ristabilire l’equilibrio in aree geografiche martoriate da orrori decennali?
Resto in attesa di riscontro perché almeno tra laureati dovremmo intenderci.