DI ADOLFO MOLLICHELLI
Dalla rubrica GOLAZO da Napoli Magazine
NAPOLI – Dieci anni (e mezzo) dopo, il ritorno di Walter l’uomo che guardava l’orologio. Lo definii lo Spinoza del calcio, per la sua filosofia del tempo, quello mancante.
Era disoccupato, silurato dal Cagliari. Come il sergente francese, silurato dagli arabi. Walter, l’uomo del 3-5-2 per una squadra avvezza al 4-3-3 e così la schiererà, immagino.
Il suo Napoli piaceva. L’editrice Limina mi propose di scriverci un libro. Nacque “Lassù qualcuno li ama”. Fu quello il primo grande Napoli della gestione di Aurelio Primo, allora soltanto imprenditore di successo, non ancora “allenatore”. Gli scatti di Lavezzi l’argentino, le bordate di Cavani l’uruguagio, la regia a tutto campo di Hamsik lo slovacco. Un secondo posto dietro alla Juve, aria di coppa.
Kvara farà il Lavezzi, Osimhen il Cavani, Lobotka l’Hamsik (è pure suo connazionale). Walter trova un Napoli con lo scudetto sulle maglie e con la testa confusa dalla cervellotica conduzione del sergente francese dallo sguardo triste. Basterà poco per ritrovare l’identità perduta. E per tornare a ben figurare nella Champions che è la cassaforte di Aurelio Primo. Guai ad uscire e a non qualificarsi. Poi, si vedrà per il futuro. Walter ha accettato il contratto a tempo.
Per il Napoli comincia una fase interlocutoria con la necessità di fare risultati. Dopo la sosta, per gli impegni della Nazionale, vedremo certamente un altro Napoli. Più vicino a quello che s’è consacrato campione e rullo compressore.
Buon lavoro, Walter. Adieu, Rudi.
Articolo di Adolfo Mollichelli, dalla redazione di
15 Novembre 2023