L’OROLOGIO DELLA TREGUA

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Iniziata la tregua e la liberazione dei prigionieri.

Hamas ha consegnato 25 detenuti, 13 cittadini israeliani (con doppio passaporto) più 12 lavoratori thailandesi, frutto di un accordo separato con il Governo di Bangkok.
Nello stesso tempo, Israele ha riconsegnato 39 Palestinesi detenuti nelle sue carceri.
Oggi dovrebbero essere liberati altre 13 israeliani e 39 Palestinesi.
Anche il valico di Rafah ha aperto i cancelli.
Numerosi camion di aiuti umanitari sono entrati in Palestina per fornire soccorso alle migliaia di profughi spinti dalla guerra nel sud del Paese.
Quando, all’indomani del blitz delle Brigate, scrissi che sia gli Usa che Israele erano perfettamente a conoscenza da tempo dell’operazione militare, molti “commentatori” mi diedero del “complottista” ritenendo quella informazione frutto di fantasia.
OGGI, tutti i giornali israeliani, affermano l’identica cosa, corredata da documenti “riservati” che provano tale conoscenza, creando, com’é prevedibile, un forte imbarazzo nel governo di Tel Aviv.
Gli Usa continuano a proporre la soluzione dei DUE STATI.
Lo fanno, sempre e comunque, senza precisare i confini, condizione INDISPENSABILE, secondo Hamas, per iniziare un simile discorso.
Fonti non ufficiali del governo israeliano, fanno sapere di essere pronti a discuterne SOLO se si tengono separati i territori della Cisgiordania da quelli della Striscia, dato che quest’ultima verrebbe tenuta sotto “osservazione” israeliana per almeno DUE ANNI.
Proposta ritenuta IRRICEVIBILE da Hamas e da tutte le Persone di buon senso.
Come ho scritto più volte, SENZA PRECISARE I CONFINI, é assolutamente inutile parlare di DUE STATI.
Quindi, senza la liberazione dei Territori occupati, senza il ritorno di Israele dentro i confini assegnati e senza la proclamazione di Gerusalemme (città stato indipendente) come capitale morale della Palestina, NESSUNA trattativa può essere fruttuosa.
La linea di Hamas é molto chiara, al contrario dell’ambiguità di Abu Mazen pronto (come sempre) ad accettare diktat del governo israeliano.
Ma se, secondo Israele, Hamas non rappresenta il volere del Popolo palestinese, NON é certamente l’ANP a farlo.
Discutere con Abu Mazen, é una perdita di tempo.
L’unico interlocutore palestinese é Hamas e di questo bisogna che TUTTI se ne rendano conto.
Gli israeliani affermano di aver ucciso i capi militari del Movimento e quindi d’averlo raso al suolo come hanno fatto con Gaza City.
Affermazione ridicola.
I Capi politici di Hamas sono assolutamente al sicuro.
Aver assassinato generali e capitani delle Brigate, NON significa aver decapitato Hamas, né intaccato la sua leadership di cui ancora gode in Palestina.
OGNI accordo che si vuole fare con i Palestinesi, DEVE passare da Hamas.
In caso contrario, NON ha alcun valore.
Quindi, per prima cosa, togliere, come molti Stati hanno già fatto, la stupida etichetta di “terroristi” al Movimento e sedersi con loro ad al tavolo delle trattative.
Ma prima di pensare al DOPO, occorre pensare all’ ADESSO.
Gli Usa devono convincere Israele a non riprendere le stragi nella Striscia, a cessare i bombardamenti e a consentire ai Palestinesi fuggiti dal nord di rientrare nelle loro (seppur distrutte) abitazioni.
ADESSO c’é bisogno di una tregua illimitata.
Ma Netanyahu ha già dichiarato che dopo questi 4 o 5 giorni di cessate il fuoco, riprenderanno i raid israeliani e che tale aggressione durerà fino a quando tutta la Striscia non sarà altro che un cumulo di macerie.
Questo non farà altro che rafforzare le tesi di Hamas secondo cui con Israele nessun accordo é oggi possibile.
Soprattutto quello di iniziare un discorso sui fantomatici DUE STATI.