DI GIOACCHINO MUSUMECI
Dopo il “diversamente meritevole” Insegno, la “diversamente talentuosa” ninfea televisiva Nunzia de Girolamo si sgretola nel frontale con la realtà.
Qualcuno direbbe “Che dolore..”
Ignorata totalmente quando non detestata dal pubblico, De Girolamo è stata scaricata dalla Rai meloniana. Il programma, di cui non vale la pena scrivere il titolo, chiude. Ascolti prossimi al 3% e costi troppo elevati hanno portato l’ennesimo “lutto” in “Viale Mazzini” che oggi pare più un agenzia funebre.
Ma se tu m’inviti Fabrizio Corona, ex pregiudicato truffatore, come fosse la bocca della verità, cosa vuoi aspettarti? Ti si chiude in un sacchetto dell’indifferenziata e ti si butta via. E ricordiamolo, gli insuccessi televisivi sono la cartina tornasole dell’indice di gradimento dell’impostazione culturale con cui il Governo ha azzoppato gli schermi dei cittadini italiani.
Il sovranismo televisivo fallito si palesa quotidianamente con orrori, sciatteria, maschilismo trapassato remoto e fughe di giornalisti da sempre criticati ma evidentemente necessari per mammina Rai che oggi esangue chiede pietà ai telespettatori.
Questi disastri clamorosi rappresentano la rivincita di tutti quei professionisti che hanno scelto di andarsene in attesa che la Rai a matrice meloniana facesse vedere cosa sa fare. Ma nella Dx istituzionale, e dev’essere chiaro, perché questo governo rappresenta il peggio possibile della Dx italiana, piaccia o meno, la cultura non è di casa, sono invece naturali prestazioni alla marchese del grillo, oppure l’arroganza con cui ministri e sottosegretari boriosi, pieni di debiti e conti in sospeso con la giustizia, restano adesi alle poltrone che rinfacciavano ad avversari più capaci e fedina penale pulita.
E i risultati si vedono, o meglio qualcuno vorrebbe che si vedessero ma nessuno li guarda.