DI ALFREDO FACCHINI
Le bombe, ma c’è qualcosa di ancora più subdolo e devastante: il flagello delle malattie.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha documentato a Gaza più di 111.000 infezioni respiratorie acute e 75.000 casi di diarrea di cui 36.000 casi riguardano bambini sotto i cinque anni. Altre decine di migliaia soffrono di infezioni respiratorie acute.
Le vittime per malattie supereranno quelle provocate dalle bombe: è questa la previsione dell’Oms..
Senza contare i migliaia di feriti, in gran parte mutilati, in vita ma senza medicine. La condizione dei sopravvissuti alle bombe sganciate dai terroristi con la stella di David è apocalittica.
<<Alla fine vedremo più persone morire di malattie che di bombardamenti se non saremo in grado di rimettere in piedi questo sistema sanitario>>, ha detto al The Guardian, Margaret Harris dell’Oms.
La tregua degli scorsi giorni ha permesso di recuperare parecchi corpi senza vita rimasti intrappolati per settimane sotto le macerie, consentendo un aggiornamento del numero delle morti civili provocate nell’arco degli ultimi due mesi.
Attualmente i civili uccisi durante i bombardamenti israeliani sono 18460, tra cui oltre 8000 bambini e 4112 donne. A questi vanno aggiunti circa 4000 bambini dispersi
Alcuni esperti, come Marc Garlasco, consigliere militare dell’organizzazione olandese PAX ed ex analista senior dell’intelligence presso il Pentagono, sostengono che il motivo di un numero talmente elevato di vittime civili è dovuto all’uso deliberato da parte di Israele di bombe anche da 1 tonnellata di fabbricazione americana, capaci di radere al suolo interi condomini.
Secondo Garlasco l’utilizzo di bombe così imponenti <<va oltre qualsiasi cosa abbia mai visto nella mia carriera. Per trovare un paragone storico per inquadrare l’utilizzo di bombe di tali dimensioni in un’area così piccola, dovremmo tornare al Vietnam, o alla Seconda Guerra Mondiale>>.
Non c’è niente di chirurgico nei bombardamenti a tappeto compiuti dai terroristi di Netanyahu. Ma solo la volontà di spazzare via un’intera popolazione.
O morti o sfollati.