FERMARE ISRAELE

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Chiedo scusa per il mio silenzio di questi giorni, ma tutta la mia attenzione é rivolta a Khan Yunis dove si trova Tarek.
Nel corso dell’ultima telefonata, si udivano i colpi d’artiglieria israeliana e delle bombe che venivano sganciate nella parte est della città.
Poi sono entrati i carri armati.
Khan Yunis é, anzi era, il centro di raccolta profughi sfollati dal nord della Striscia.
L’Unrwa aveva allestito un Campo in cui dare assistenza alle migliaia di Persone in fuga.
Oggi, come ha dichiarato lo stesso Sottosegretario generale dell’Onu per gli Affari Umanitari, Griffiths, la situazione é “apocalittica”.
Dopo quella telefonata, peraltro bruscamente interrotta, non ho più potuto mettermi in contatto con Tarek.
Tutte le comunicazioni sono saltate.
L’Unrwa ha dichiarato che ormai nessun luogo é sicuro, non lo sono né gli ospedali, né le scuole, né tanto meno i Campi d’Accoglienza dove i Rifugiati vivono nel terrore d’essere massacrati in qualsiasi momento dai bombardamenti israeliani.
L’Unrwa afferma che nessun Medico o Assistente Sanitario o Operatore Umanitario é al sicuro e che questo sterminio, “condotto in totale disprezzo di ogni sentimento d’umanità” provocherà (ancora) migliaia di vittime innocenti.
Oggi, mercoledì, l’Unrwa provvederà a trasferire in Egitto, tramite il valico di Rafah, molti suoi Operatori e decine di feriti gravi che necessitano immediatamente di soccorso.
Ma anche questa notizia (che arriva da Washington e non da Khan Yunis) non é certa.
Attendo, ovviamente con molta apprensione, conferme in merito.
Credo che si stia arrivando alla “soluzione finale”.
Chi può DEVE fermare Israele.
In ogni modo, con qualsiasi mezzo, con ogni strumento abbia a disposizione.
La Palestina sta per essere annientata per sempre ed i suoi abitanti massacrati dalla furia omicida degli assassini di Tel Aviv.
DOVETE FERMARE Israele.
Costi quel che costi.