CI APPRESTIAMO A FESTEGGIARE IL NATALE

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Ci apprestiamo a festeggiare il Natale.

Lo festeggeremo mentre un novello “Erode” massacra bimbi nati in Palestina. Né più, né meno di quanto fece il suo predecessore, l’originale, più di 2.000 anni fa. Festeggeremo nello stesso momento in cui, nella terra dove nacque Gesù Cristo, verranno sganciate milioni di tonnellate di bombe.
Ma festeggeremo mentre il calcolo dei morti in Ucraina salirà irrimediabilmente. Anche per effetto della devastazione prodotta dalle armi che produciamo noi. E nessuno di noi si sentirà responsabile di nulla. Anzi. Molti di noi parleranno nella cena del 24 di dicembre, che c’è un invasore e un invaso. E quegli altri hanno il diritto di difendersi. Nessuno penserà alle 500.000 (e più) madri che piangono i figli morti in Ucraina. In una guerra dall’esito certo già due anni fa, voluta dai produttori di armi e dai “padroni” d’oltreoceano.
Una guerra voluta, fortemente voluta, ben prima dell’invasione russa.
Nessuno penserà alla “soluzione finale” programmata e attuata da chi, di un’altra “soluzione finale”, fu vittima.
Nessuno immaginerà 5.000 e più madri piangendo la morte di un bimbo. O una bimba. Festeggeremo Natale, con l’aria di chi, pur essendo un carnefice, si sente in sintonia con Cristo. Perchè c’è sempre chi ha ragione e chi ha torto. E non importa se fosse innocente o meno, il suo sangue è stato un tributo necessario a placare la sete di vendetta. O più semplicemente, più verosimilmente, sistemare un problema geopolitico e un bilancio di qualche impresa produttrice di armi.
Festeggeremo Natale in un paese ormai morto culturalmente. Nel paese che fu di Dante e Michelangelo e oggi è di Lollobrigida, Sangiuliano e Salvini. Nel paese di una signora che ieri, a Brindisi, a una richiesta di informazioni sulla strada da percorrere per giungere al mercato, fatta da mia moglie, ha risposto così: “non ho tempo da perdere con una straniera di merda”. Per poi aggiungere: “questo paese l’avete rovinato voi, figli di p…. Torni nel suo paese”.
Anche quella signora festeggerà Natale. Anche quella signora si sentirà vicina a Cristo.