GIORGIA MELONI MENTE SENZA LIMITI

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Le bugie hanno le gambe corte e la premier guarda caso non svetta. Dal basso della sua statura politica si sbraccia e ottiene solo risultati risibili. Messa alle strette, se non va bene il vittimismo per cui ha stufato tutti, si propone con l’arroganza della bugiarda matricolata. “Dalla storia non si esce” ha sentenziato la pasticciona sfascista.
Mi riferisco all’intervento con cui nostra signora della palla cosmica avrebbe voluto, senza riuscire, trasferire su Giuseppe Conte responsabilità per cui si permise di definirlo “criminale”.
Ebbene il comportamento politicamente criminale è invece quello di colei che sventola Fax a casaccio mentre afferma falsità in relazione a temi su cui il governo non sa bene che pesci prendere.
Tristemente nulla di nuovo. D’altra parte governare non è gestire un peschereccio fallato di cui la Dx, rovinata dalla rozzeria della sua classe dirigente, sembra l’equipaggio disperato; con tutto il rispetto e le scuse dovute a pescatori che, contrariamente a caricaturali figuri, si ammazzano di lavoro e non vivono di bugie.
La parabola della Meloni è triste ma intrisa di cattiveria e la debacle politica è ampiamente meritata con altrettanto disprezzo.
Come sottolineato dal presidente Conte, con cocciutaggine la premier ritiene di ostracizzare i bonus edilizi ma non prima di averne approfittato lei stessa. Lo stile di FDI è noto: predicar bene e razzolare male nella speranza che nessuno se ne accorga ma le cose vanno diversamente. Come la “plurifallita” Daniela Santanché inveiva contro il RdC ma rubava la CIG e non pagava dipendenti e fornitori, la Meloni e altri esponenti di governo hanno usato i bonus edilizi pur dicendone peste e corna. Dopo averne usufruito la casta di politici petulanti e viziati non vuole che i cittadini, ai quali si raccontano panzane, possano avere le loro stesse opportunità.
Nel frattempo Meloni sottrae risorse alla collettività, ostracizza i meno abbienti ma si inchina a banche e lobbies di cui si era sempre dichiarata nemica, salvo poi aver cambiato idea dopo aver raggiunto un posto al sole.
Premier particolarmente bugiarda sull’argomento Mes: Meloni, con tono inutilmente aggressivo, ha affermato che la riforma del Mes “fu approvata nel 2021 dal secondo governo Conte in modo sovversivo, senza passare dal parlamento e quando Conte era già dimissionario dopo la caduta di quel governo”. A sostegno della tesi Meloni ha sventolato un documento che la smentisce al 100%: il documento, come si vede in foto, è datato 20 gennaio 2021 e Conte non aveva dato le dimissioni né il governo era caduto, ciò si sarebbe verificato una settimana dopo. Ma la Meloni, abituata a mentire, ha affermato che la firma è stata apposta dopo le dimissioni di Conte. Forse nel suo pianeta di peracottari underdog ma non nel nostro. Meloni, invasata dalla divinità della menzogna, ha affermato: “l’approvazione arrivò contro il parere del parlamento, senza dirlo agli italiani, senza metterci la faccia, e con il favore delle tenebre, capisco il vostro imbarazzo ma dalla storia non si esce” .
Sfortunatamente per il Paese quella ottenebrata dall’arroganza, dalle continue falsità e dall’enorme ignoranza è proprio Giorgia Meloni, queste accuse sono più false del suo sovrastimato “sovranismo di carta velina”: il parlamento aveva approvato a maggioranza la riforma del Mes con due risoluzioni il nove dicembre, ovvero un mese e mezzo prima.
Insomma Meloni dice di capire l’Imbarazzo e sono felice che si capisca da sola dato che dell’imbarazzo ha fatto l’ accessorio che la oscura. Se c’è qualcosa che ricorderemo, dato che dalla storia non si esce, è una buffona che dice bugie mentre sventola un foglio che smentisce le sue tesi.
Darsi all’ippica è sempre possibile! Oppure, come ho scritto altrove, al turismo in Albania.
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