IL RITORNO

DI CLAUDIO KHALED SER

 

E’ tornato.
Un ragazzo dall’aria apparentemente fragile, magro, occhi inquieti ma senza luce dentro, gesti decisi per coprire l’emozione.
Si capisce che un pezzo di lui é rimasto là, tra le macerie della sua casa, tra le tombe degli amici, tra le grida strazianti dei Rifugiati di Khan Yunis.
E’ tornato.
Un lungo silenzio in quell’abbraccio e poi il pianto dirotto nello stringere forte al petto Adam.
Lacrime di gioia, lacrime di paura.
E’ tornato.
Portandosi dentro tutto quello che ha vissuto e che nessuno potrà mai cancellare.
Il prezzo da pagare per chi é nato nella parte “sbagliata” del mondo.
E’ tornato.
Ed io, senza parole, lo stringo forte come si fa col bene più prezioso, improvvisamente ritrovato.
Con la paura che qualcuno o qualcosa improvvisamente te lo tolga di nuovo.
E’ tornato.
Lungo la strada guardava fuori, cercando i luoghi di ieri, scoprendo il percorso, le case, la terra, riscoprendo se stesso in quel che aveva lasciato.
Poi guardava Adam che si era addormentato tra le sue braccia, lo baciava sulla fronte, se lo stringeva addosso.
Quando siamo arrivati a casa si é diretto furtivamente verso la camera di Hayette ed ha chiuso la porta alle sue spalle.
Lo sentivamo piangere, parlare e poi piangere ancora, ma nessuno di noi ha voluto interrompere quel momento magico tra lui e sua madre.
Cosi’ come quand’era bambino, Tarek restava accovacciato tra le sue braccia e Lei, con una carezza ed una parola, squarciava il nero delle paure, ridandogli quel sorriso dolce e pieno d’amore che solo un bambino sa donare, riconoscente, a sua madre.
Grazie Hayette.
Tarek é tornato.
Ora tocca a noi curargli le ferite e lenire il suo dolore.