DI CLAUDIO KHALED SER
L’ ITALIA, ancora una volta, ignora “l’inutile” Art. 11 della Costituzione ed invia una nave da guerra nel Mar Rosso a far parte di quell’accozzaglia militare anti-Houti voluta da Usa e Israele.
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Come sapete lo YEMEN, sostenuto politicamente e militarmente dall’IRAN, é apertamente in guerra contro lo stato fantoccio israeliano.
Davanti alle sue coste transitano navi commerciali e navi da guerra che riforniscono i criminali sionisti.
Gli Houti, al potere in YEMEN, le bombardano con missili e droni per costringerle a cambiare rotta.
L’accozzaglia Usa riunisce sotto la stessa bandiera, 10 Stati, tra cui spiccano le barchette del BAHRAIN e le canoe delle SEYCHELLES.
L’operazione militare vorrebbe ridurre in silenzio gli Houti e continuare a rifornire il massacro israeliano in PALESTINA.
Ma questo nuovo fronte di guerra, non avrà vita facile.
I cacciatorpediniere che trasportano circa 90 missili a testa, hanno come scopo principale quello di proteggere la portaerei che è ovviamente alla testa della squadra navale.
Cosa succede quando lo Yemen lancia diciamo 100 droni/razzi/missili contro una portaerei americana?
Il cacciatorpediniere statunitense, o più cacciatorpediniere, lanceranno i loro missili per sconfiggere la minaccia.
C’è solo un piccolo problema: la marina americana si è sbarazzata delle navi tender, cioè di quelle navi in grado di rifornire la flotta con nuovi missili o per sostituire i proiettili esauriti.
Per ricaricare i missili le navi scorta devono raggiungere il porto amico più vicino dove gli Stati Uniti hanno immagazzinato missili.
E naturalmente anche la portaerei deve salpare altrimenti non sarebbe più protetta.
Questo crea un vuoto dentro il quale ha gioco facile lo YEMEN.
E fino a quando gli Usa ed i suoi servi potranno continuare a spendere milioni di dollari in missili per sconfiggere un nemico che sposta le sue basi mobili da una parte all’altra del deserto, rendendole “fantasma”?
Una cosa é certa, il traffico in quello stretto di mare é ormai diventato pressoché impossibile per le navi mercantili che lo usavano.
Quindi molte si sono dirette verso il Sudafrica, allungando i tempi ed aumentando i costi.
Costi che ovviamente noi pagheremo tutte le volte che andremo a fare la spesa.
Ma quello che più conta é impedire agli americani di continuare a rifornire di armi i sionisti.
Anche solo pochi giorni di ritardo possono salvare molte vite umane.