QUINTO: NON UCCIDERE

DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI

P. F Pennati

 

QUINTO: NON UCCIDERE
(post noioso)
Quello che sta accedendo in Palestina sta scioccando il mondo, soprattutto, credo, perché a portare avanti questa campagna di guerra che sta diventando sempre più un genocidio è una popolazione che per prima in passato è stata vittima di un genocidio ed è da quasi un secolo il simbolo di tutte le sofferenze ed i genocidi del mondo, la Giornata della Memoria ne è forse il primo e più evidente esempio.
Ma allora perché chi ricorda al mondo uno sterminio affinché non si ripeta sta, nei fatti, procedendo personalmente ad un altro sterminio?
Inoltre, perché se il Dio di Israele ha detto a Mosè di non uccidere scolpendo le parole nella pietra ad imperitura memoria, i suoi adepti, che si dicono radicali religiosi, sparano sulla popolazione inerme?
La risposta non è banale e potrebbe venire dalla stessa Bibbia presa a riferimento e fondamento nello Stato di Israele, ma, ricordate, sono solamente ipotesi, anche se (credo) ben documentate.
Per cercare di capire ho cercato per primo cosa dicono esattamente le tavole della legge date da Dio a Mosè sul monte Sinai e secondo le traduzioni più filologiche della Bibbia (Esodo 20:2-17) non vi sarebbe scritto semplicemente di “non uccidere” perché, al contrario, il testo non solo ammetta, ma spesso ordina di uccidere come punizione di Dio stesso per molti peccati.
Nell’Esodo 31,12-16 è prevista la morte persino per chi si permette di non rispettare il solo riposo del sabato, oppure per chi pratica la magia (Esodo 22,18), per chi offre un sacrificio agli dei pagani anziché al Signore (Esodo 22,19), per aver bestemmiato (in questo caso per lapidazione, Levitico 24,15), per l’adultero e l’adultera insieme ai compagni di adulterio, per aver avuto rapporti con la moglie del padre, con la nuora, per una perversione sessuale, per aver avuto rapporti omosessuali e molti altri casi ancora, tutti comportamenti per i quali la morte non sarebbe una opzione ma una “semplice” imposizione divina (Levitico 20,10-13 e Levitico 20,15).
Andando avanti nella ricerca si scopre che si può uccidere persino chi aveva anche la sola intenzione di uccidere, per esempio picchiando selvaggiamente qualcuno per derubarlo (Esodo 21,12), per errore, in quel caso è sufficiente l’esilio.
Quindi se non è vietato uccidere, cosa dice in realtà il comandamento?
Parere unanime dei traduttori è che vi sia scritto “non assassinare”, in ebraico (mi perdonino gli ebrei le inesattezze) לא מתנקש (Esodo 23,7).
Può sembrare un cavillo, una sottigliezza, ma evidentemente non lo è affatto, infatti, se uccidere è un generico togliere la vita a qualcuno, assassinare, per la Bibbia, è farlo senza un motivo non ritenuto valido e di motivi validi per uccidere, come abbiamo visto, la Bibbia è davvero ben farcita e non solo per i casi già citati, ma anche per vendetta quando si uccide qualcuno che ha assassinato: “Senza fallo l’assassino dovrebbe esser messo a morte” (Num. 35:6, 11-34; Deut. 4:41-43; 19:1-7; Gios. 20:2-6; 21:13-39).
Nella Bibbia, quindi, non si generalizza affatto e si usa il termine “ratsahh” che va applicato al togliere la vita umana illegalmente in modo contrario alla legge di Dio, così che le guerre non sono sempre contrarie a questo comandamento, anzi, nello stesso testo si dice che quelle di Israele non lo sono mai state e per tutte le guerre antiche israeliane non è mai usato il termine ratsahh (assassinio) in relazione ad alcuna di esse, perché gli israeliti combattevano per comando di Dio e non agivano illegalmente per la sua legge, essendo non solo autorizzati, ma persino guidati direttamente dal supremo Legislatore (Isa. 33:22; Sal. 19:7).
Ecco quindi che, così come uccidere chi ha assassinato non solo non è peccato, ma persino giusto, anche muovere guerra contro una popolazione che ha commesso un assassinio non è un peccato ed al contrario diventa addirittura un dovere per comandamento divino giustificando agli occhi dei fedeli religiosi tanta crudeltà, non compresa da noi miscredenti.
Certo non posso sapere se questa personalissima interpretazione basata sulla lettura parziale della Bibbia sia davvero corretta, ma se da quanto ci è possibile apprendere dai giornali, tutta la popolazione di Gaza, e non certo da oggi, è considerata dal governo Netanyahu, che ricordo ancora sostenuto dai sionisti religiosi, come composta da soli terroristi fino dalla tenera età, accreditando così tutti gli uomini, le donne e persino i bambini come bersagli legittimi, ucciderli tutti non sarebbe assolutamente un peccato, ma una semplice e necessaria applicazione della legge di Dio, anche se questo corrisponde per noi nei fatti ad un genocidio.
Non so voi, ma a differenza di quanto scritto nella Bibbia per me uccidere o assassinare sono due cose tanto differenti, specie se questo avviene contro bambini che persino la bibbia considera innocenti almeno fino all’adolescenza: “l’istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza” (Gen. 8,21), non prima.
Se quanto descritto sul possibile modo di concepire la religione ebraica per il partito di Netanyahu corrispondesse minimamente al vero e se realmente terrà fede a quando detto alla stampa, ovvero che fermerà la guerra solo quando tutti i terroristi saranno uccisi ed Israele avrà preso il controllo dei territori, allora non aspettiamoci che succederà presto, al contrario, in terra di Palestina, si continuerà ad uccidere, non assassinare, fino a fino a quando l’ultimo dei palestinesi sarà morto o schiavizzato, ovvero fino a che l’ultimo di quelli che il partito sionista religioso al potere considera terrorista ed i suoi sostenitori avranno “colonizzato” le terre così “liberate”.
Possiamo addurre mille giustificazioni, mille motivi e mille necessità, ma chiunque uccida deliberatamente un innocente è per me un criminale ed in Palestina in 81 giorni di guerra si stima siano già stati uccisi quasi 8.000 bambini che sono innocenti per definizione anche per i credenti e che nessuno può davvero affermare posano essere stati “solo” involontari e necessari danni collaterali.
Io la penso così, adesso chiamatemi pure antisemita, sapendo, non solo che per me la vita umana è sacra e senza cittadinanza alcuna, ma che, in ogni caso, il popolo semita è costituito per almeno il 70% da arabi mussulmani e che solo meno del 25% sono ebrei.
Non ci sono scuse o giustificazioni per i genocidi.
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