DI GIOACCHINO MUSUMECI
Vale la pena di spendere due parole sul titolo di Libero perché contiene elementi sulla mitologia del “tetto di cristallo” che la Meloni, secondo Mario Sechi, avrebbe dissolto oltre “la boria dei maschi e lo sconfittismo delle femmine”.
Il primo punto importante è contenuto nel tentativo particolarmente inutile di definire provocatorio il titolone in cui la premier “donna” viene definita “uomo”. Se il direttore intendeva davvero provocare dovrà impegnarsi di più, nel titolo è eclatante la conferma che la disparità di genere è ben lungi dall’esser superata . Probabilmente per i lettori di Libero, ma mi punge vaghezza che il problema sia ben più trasversale, la Meloni, sebbene “accessoriata” con utero e ovaie, è concettualmente uomo, o donna con le palle, il che significa che se la donna non ha qualcosa dell’uomo, evidentemente è sempre subordinata all’uomo che ha sempre le palle. Che si dice nel bel paese dell’uomo succube? “Uomo senza palle” che a tante donne, aggiungo, non piace.
Alla figura maschile nell’ambito del pensiero conservatore viene attribuita intrinseca autorevolezza, ed è questa la ragione per cui la Meloni ama farsi definire ufficialmente signor presidente e non signora. Scegliere signore non ha un fondamento protocollare, è semplicemente la dichiarazione della propria personale incompletezza e illusoria certezza che titolarsi al maschile possa colmare una lacuna ideologica. Sfortunatamente ciò non è dissolvere il tetto di cristallo ma schiantarsi e morire trafitti.
Avrebbe assunto valenza provocatoria leggere l’editoriale di Libero firmato “Dottoressa Maria Sechi”, ma senza pretendere la rivoluzione in chi dentro di sé possiede il conformismo del gregge, forse avrebbe sortito effetto “Giorgia Meloni Né UOMO Né DONNA MA persona dell’anno”. Ma Sechi, conformista a tal punto che nemmeno lo strabismo si nota, non avrebbe coraggio di pubblicare provocazioni che portino al dibattito sulla disparità di genere che Meloni non ha dissolto affatto.
“Giorgia Meloni uomo dell’anno” circoscrive la premier in quell’ area ideologica ove la boria maschile vuole ostinatamente prevaricare le donne; e lo “sconfittismo” non è delle femmine o delle donne, è invece particolarmente maschile poiché se l’uomo non vivesse la sindrome del terrore cronico non avrebbe alcuna necessità di continue conferme su quanto sia bravo nel soddisfare “la propria femmina”; mi vien da ridere. E bisognerebbe riflettere: se il “maschio” ha bisogno di una “femmina” e ciò è coerente col famoso ordine naturale delle cose, una donna definita uomo è solo abominio concettuale non bandiera da sventolare. Se la dx legalizza due generi distinti perché il resto è pressappoco teratogenesi, definire Meloni “uomo” ha senso esclusivamente nel piano in cui l’uomo dispone, dato il decisionismo attribuito da Sechi alla sua premier maschia. A ben vedere la provocazione è dunque contenuta nell’attribuzione di elementi maschili in una donna? E ciò sarebbe rivoluzionario? AHAHAHAHAHAHA!
Giorgia Meloni, sfortunatamente, è la donna che sconfigge la donna anche se ha lasciato Giambruno, altro fatto normale propagandato come azione dalla valenza eccezionale. Mi spiego: nella Dx le donne di potere sembrano deputate, e si prestano volentieri per mantenere posizioni privilegiate, a manipolare altre donne affinché queste siano a servizio dell’uomo che nelle sfere di potere sceglie le donne idonee a svolgere la funzione di manipolatrici. In realtà si tratta di donne deboli e misere, legate a quell’effimero addebitato alla solita Ferragni. Guardate la Santanché e ditemi se non è così. Mentre le donne di potere della dx possono usare risorse per raggiungere quei gradi di libertà concessi naturalmente all’uomo, contestualmente compaiono in Tv per sostenere che le 18enni devono sposarsi e partorire, ma da che pulpito queste cavolate. Se la Meloni non interviene e in silenzio si riveste di autoritarismo maschile con cui dal suo scranno pronuncia condanne contro i concittadini diversi o i deboli, magari si sveglia quando un uomo le dà della scrofa oppure quando il compagno fa il deficiente con le giornaliste a cui non dedica una parola di solidarietà, e se oltre tutto questo lei per prima si definisce ufficialmente signore e perciò uomo, non solo non ha dissolto il tetto di cristallo ma è schiacciata da un macigno di deludente discontinuità bipolare. E’ mai possibile che nell’universo della Dx ove per i comuni mortali uomo dispone e donna accudisce, il capo supremo sia “una donna uomo dell’anno?” Evidentemente prendete in giro tutta l’Italia.
E se invece siete pure convinti ecco un consiglio non richiesto: “Fatevi curare”.