LEGGE BAVAGLIO DELL’INFORMAZIONE

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Grazie a un emendamento prodotto dalla “mens ignobilis” di Enrico Costa, deputato di Azione e garantista dei potenti, il 2024 si apre con la legge bavaglio di cui si discute pochissimo pur nella sua gravità e azione devastante per la qualità dell’informazione, guardiana della democrazia riconfigurata dal berlusconismo. Nonostante la sempre più evidente serpeggiante deriva verso l’autocrazia e la invasiva eco di principi del ventennio, la platea sembra prestare più attenzione alle iniziative del signor Cecchettin, il quale casomai cercasse di farsi notare trova una sponda nel Messaggero che ci parla di lui e non della figlia trucidata ma rapidamente trapassata e noiosa nell’arco di pochi giorni.
Torniamo alla legge bavaglio che è meglio.
Non saprei come inserirla nel perimetro Costituzionale e mi spiego. E’ piuttosto singolare che una Repubblica ove si difende costituzionalmente la libertà d’espressione, legiferi affinché l’informazione non sia contenuta nell’ambito concettuale dell’espressione di idee e opinioni. Frammentare l’idea di libertà espressiva in capitoli alcuni dei quali vietati, frammenta di fatto il diritto ad essere informati che necessariamente ne discende.
Sulla trasparenza dell’informazione, di cui i media non dovrebbero poter fare a meno né piegarsi e rinunciarvi, il cittadino deve poter contare per costruire opinioni proprie anche su su temi di cronaca giudiziaria, non solo sull’abbigliamento di Elodie e le ragioni per cui si spoglia, sul tale Cecchettin o le farine di insetti che tanta attenzione e preoccupazione destano nel cittadino.
Dunque non saprei come inserire una legge bavaglio nel piano Costituzionale su cui hanno giurato premier e ministri. E sarei curioso di farmelo spiegare dalla Meloni da sempre occupata nel distribuire patacche e ultimamente devastata da otoliti molesti. Probabilmente la premier sta male ma non quanto lo starebbe nel dover rispondere a domande per cui si fatica a trovare argomenti convincenti a contestarle.
Se il governo tarpa le ali all’informazione chi serve di preciso se non chi vuole occultare le proprie malefatte e preferisce cittadini ignoranti sui reati commessi da esponenti della classe dirigente su cui nulla si deve conoscere che non sia la vacanza a Cortina o le effusioni al supermercato che il presidente del consiglio divino concede alla fortunata consorte.
Temo di dover concludere con l’augurio che i cittadini si risveglino prima che venga sottratto loro anche il fondo schiena, ma in caso contrario non si disturbino a denunciarne il furto, non ho mai avuto l’impressione che il popolo fosse troppo interessato alla qualità dell’informazione quanto a quella dello slogan da cui si sono fatti prima abbacinare e oggi miseramente rovinare.
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