DI BARBARA LEZZI
Quest’uomo si chiama Raffaele Oriani. È un giornalista che ha scelto di mollare il Venerdì di Repubblica a causa della linea editoriale su Gaza.
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La sua lettera ai colleghi, con quelle verità scritte con parole semplici e potenti, dovrebbe fare abbassare lo sguardo per l’imbarazzo ai tanti giornalisti che non danno notizie ma eseguono ordini. È un grande esempio quest’uomo ma temo che, vista la mediocrità imperante tra i giornalisti, saranno in pochi (o proprio nessuno) a seguirlo.
Ecco la lettera, leggetela, vale la pena:
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“Care colleghe e colleghi ci tengo a farvi sapere che a malincuore interrompo la mia collaborazione con il Venerdì. Collaboro con il newsmagazine di Repubblica ormai da dodici anni ed è sempre un grande onore vedere i propri articoli pubblicati su questo splendido settimanale. Eppure chiudo qua, perchè la strage in corso a Gaza è accompagnata dall’incredibile reticenza di gran parte della stampa europea, compresa Repubblica (oggi due famiglie massacrate in ultima riga a pagina 15). Sono 90 giorni che non capisco. Muoiono e vengono mutilate migliaia di persone, travolte da una piena di violenza che ci vuole pigrizia a chiamare guerra. Penso che raramente si sia vista una cosa del genere, così, sotto gli occhi di tutti. E penso che tutto questo non abbia nulla a che fare con Israele, né con la Palestina, né con la geopolitica, ma solo con i limiti della nostra tenuta etica. Magari fra decenni, ma in tanti si domanderanno dove eravamo, cosa facevamo, cosa pensavamo mentre decine di migliaia di persone finivano sotto le macerie. Quanto accaduto il 7 ottobre è la vergogna di Hamas, quanto avviene dall’8 ottobre è la vergogna di noi tutti. Questo massacro ha una scorta mediatica che lo rende possibile. Questa scorta siamo noi. Non avendo alcuna possibilità di cambiare le cose, con colpevole ritardo mi chiamo fuori”.