DA REDAZIONE
L’EDITORIALE di Gaetano Pedullà Direttore del giornale LA NOTIZIA
I nuovi Attila sono in azione mentre in tv si ride, con poche eccezioni, tra nani e ballerine.
Alzi la mano chi ha capito cos’è l’autonomia regionale differenziata, ossia la legge che il Parlamento sta approvando nell’assenza di uno straccio di dibattito pubblico. Con la Rai non pervenuta e Mediaset che si occupa solo di Ferragni, autovelox e città a trenta all’ora, pochi hanno capito la portata di questa velenosissima riforma. In fondo si sta solo spaccando il Paese in venti staterelli. E inaridendo il fondo di perequazione – con cui le aree più ricche contribuiscono ai servizi di quelle più povere – si sancisce la divisione degli italiani in cittadini di serie A e di serie B.
È il prezzo che Fratelli d’Italia paga alla Lega in cambio del premierato, cioè il sogno della Meloni di incollarsi a Palazzo Chigi. Ma non solo. Mettere fine a quel principio di solidarietà che tiene insieme lo Stato piace anche ad ampi strati sociali del Nord miopi, insofferenti tanto al Sud quanto all’Europa, senza capire che è da questi mercati che proviene la loro ricchezza. Perciò è più facile avere consenso parlando alla pancia e non alla testa del Paese. Ma poi il conto chi lo paga?
Già oggi la sanità, i trasporti, l’istruzione, le opportunità di lavoro sono pesantemente sbilanciate tra le regioni. Aumentare le disuguaglianze fomenterà il rancore, e sottrarrà un altro mattone al muro della nazione cementato col sangue di milioni di italiani. Un errore gravissimo, per la smania di potere di Salvini e Meloni. I nuovi Attila in azione mentre in tv si ride, con poche eccezioni, tra nani e ballerine.