DI BARBARA LEZZI
Mi sento un’incapace.
Non so come si riesca a celebrare una giornata importante come questa e al contempo svuotarla del più grande degli insegnamenti che dovrebbe impartire.
La memoria dovrebbe guidare l’Uomo in percorsi diversi da quelli che hanno generato morte e fatto coniare termini come genocidio.
Eppure, oggi, vengono proclamate parole buone, sane e giuste per ricordare ciò che è stato ma, abilmente e con un’ ipocrisia soffocante e sfacciata, si finge di dimenticare ciò che sta avvenendo oggi.
Che senso ha?
Si dice che “La Storia ci ha insegnato”. Cosa? Non è vero. Non ha insegnato nulla perché ancora ci sono popoli che meritano meno pietà.
Ci sono bambini la cui morte non devasta le coscienze e non anima buone intenzioni.
Sono un’incapace, sì. Perché trovo che sia troppo pesante da sopportare il genocidio degli ebrei ma trovo altrettanto insostenibile il bagno di sangue dei palestinesi.
E sono un’incapace perché non capisco come si sia in grado di parlare di memoria senza spendere una parola, nemmeno di circostanza, per migliaia di bambini palestinesi fatti saltare in aria in poco più di tre mesi.